Home Disabilità Il 10 febbraio è la giornata mondiale contro l’epilessia

Il 10 febbraio è la giornata mondiale contro l’epilessia

CONDIVIDI

Sarebbero 65 milioni le persone nel mondo affette da epilessia, di cui circa 500 mila solo in Italia, dove ogni anno si diagnosticano 36 mila nuovi casi: 20-25 mila con crisi isolate e 12-18 mila con crisi sintomatiche acute. Di questi, sono 90 mila i bambini fino a 15 anni che ne soffrono e che hanno anche problemi sociali dettati da stereotipi che rendono difficile la vita di tutti i giorni.

Le cause di questa patologia neurologica possono essere diverse e nel 30% dei casi la malattia è farmacoresistente.

I prof impreparati ad affrontare il problema in classe

Tuttavia, secondo gli esperti -si legge sull’Ansa- una “delle criticità più rilevanti è la mancanza di preparazione degli insegnanti e degli operatori scolastici, quindi la paura per il possibile manifestarsi di crisi durante l’orario scolastico o l’incapacità di fronteggiarle.  Da qui si innesca un circuito negativo per cui le famiglie tendono a tacere per evitare discriminazioni, con conseguenze anche rischiose per la salute dei bambini. Inoltre, ad oggi nessuna legge obbliga gli insegnanti a somministrare i farmaci a scuola”.

Non solo i bimbi

“Si deve diffondere una cultura adeguata per evitare il rischio che la persona taccia sul proprio stato. C’è un grande lavoro da fare  anche su palestre e circoli sportivi”.
Ma non sono solo i bambini le vittime dell’emarginazione, anche “per gli adulti non è semplice perché nel mondo del lavoro tuttora c’è una scarsa conoscenza del problema, soprattutto in ambito privato si innesca il solito circuito negativo”.

La ricerca scientifica a buon punto

Se da una parte è ancora complesso avere una vita sociale con l’epilessia, dall’altro, la ricerca scientifica offre notizie positive: una innovativa terapia anti-neuroinfiammatoria promette, a seconda dei casi, di ritardare la comparsa della crisi epilettica o di supportare l’azione della terapia farmacologica tradizionale con la possibilità, per il futuro, di ridurre il dosaggio dei farmaci antiepilettici e quindi dei suoi effetti collaterali.