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Il diploma di maturità? Un libretto delle competenze. E la legge c’è già

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Tuttavia per ora è solo scritta, ma se fosse resa operativa declasserebbe il problema dei commissari interni o esterni, compresi tutti i riti connessi agli esami di stato. 

La legge, fa presente Il Corriere della Sera, risale al 1997 ed è la n° 425 del ’97 e poi ribadita col dpr 89/2010, all’art. 11: valutazione e titoli finali.

Qui, scrive Il Corriere, è detto a chiare lettere che “il diploma è integrato dalla certificazione delle competenze acquisite dallo studente al termine del percorso liceale”.

Un vero cambiamento di rotta rispetto al “semplice” diploma che attesta il superamento dell’esame attraverso un voto, che nulla diceva sulle reali competenze dello studente (in greco, in economia aziendale, in matematica, o in quello che ha studiato per cinque anni).

Una certificazione, redatta in base all’Allegato A della stessa legge, che fotografa conoscenze e competenze acquisite, sottoscritte dai singoli docenti che, secondo “scienza e coscienza”, sarebbero quindi chiamati ad apporre idealmente la loro firma sotto tale certificazione di competenza.

 

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In pratica quello che in tanti diciamo da anni e che potrebbe essere il primo passo verso la tanto invocata meritocrazia. Se per un verso dunque la riforma dell’esame è già legge, dall’altro nessuno ne parla, nè qualcuno pensa a esumarla dalla polvere

In pratica, spiega il Corriere, il diploma verrebbe a caratterizzarsi come un vero e proprio “libretto” delle competenze, quelle appunto descritte nel dpr sopra citato, e nelle linee guida degli istituti tecnici (dpr 88/2010) e degli istituti professionali (dpr 87/2010).

Le competenze, raggruppate in aree disciplinari, devono registrare il livello di apprendimento in quel determinato gruppo di materie.

Così lo studente uscirà dall’istituto con il suo diploma e la sua ancor più utile certificazione, sulla quale il docente di Costruzioni o di Matematica dovrà scrivere la reale competenza in materia; poi saranno problemi del diplomato iscriversi ad Ingegneria con valutazioni appena sufficienti nelle materie di indirizzo.

A questo punto scatta la professionalità più intrinseca del docente curricolare che dovrà scrivere il vero e senza lasciarsi trasportare da nostalgie o buonismi di varia natura.