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Insegnante-tutor: la vicenda si complica

Si complica sempre più la vicenda dell’insegnante tutor: la trattativa fra Aran e sindacati stenta a decollare, mentre nelle scuole la confusione aumenta e la conflittualità rischia di diventare permanente.
Secondo gli auspici del Ministro la trattativa avrebbe dovuto essere rapida e pressochè indolore e invece già dalle prime battute si è capito che la vicenda sarà lunga, complessa e difficile soluzione.
L’incontro del 6 settembre nel corso del quale si sarebbe dovuto entrare nel merito dei problemi è durato pochi minuti in quanto l’Aran non è stata in grado di dare assicurazioni in merito alla copertura finanziaria delle risorse messe a disposizione dal Governo.
L’incontro successivo del 10 è stato addirittura rinviato a data da destinarsi in attesa che l’Aran incontri il Governo e ottenga i necessari chiarimenti sulla effettiva disponibilità economica.
L’impressione è che da una parte e dall’altra si stia cercando di prendere tempo: il Governo per mettere insieme i quattrini necessari, i sindacati per mettere a punto una strategia che non provochi contraddizioni e lacerazioni all’interno delle scuole.
La Cisl per esempio ammette che i collegi possano definire seppure in modo "interlocutorio" i nuovi assetti organizzativi  connessi con l’avvio della funzione tutoriale con l’obiettivo "di garantire che l’avvio delle lezioni possa avvenire tranquillamente e senza omissioni o ritardi imputabili alle dirette responsabilità delle scuole stesse" (si legge in questa precisazione la preoccupazione di non "lasciare nei pasticci" i capi di istituto, anch’essi iscritti al sindacato !)
A dire il vero una via d’uscita potrebbe essere trovata proprio facendo riferimento alla autonomia delle istituzioni scolastiche e alle stesse regole stabilite con la circolare ministeriale n. 29 che parla di soluzioni legate alla flessibilità organizzativa delle scuole.
Ciascun istituzione scolastica potrebbe individuare la soluzione più adatta alla propria "identità" culturale, pedagogica ed organizzativa; RSU e dirigente scolastico potrebbero accordarsi su alcune regole minime essenziali (per esempio c’è il problema  dell’orario di insegnamento del tutor che, in base a quanto precisato nell’allegato B del decreto n. 59, almeno nella scuola primaria non deve superare le 21 ore settimanali), con l’impegno di rivedere immediatamente l’accordo non appena la trattativa nazionale sarà conclusa.
Ma a questo soluzione, banale se non addirittura ovvia, i sindacati sembrano nettamente contrari: i motivi di questo irrigidimento di posizioni non sono del tutto chiari, forse l’idea è quella di legare la vertenza sul tutor a quella sul secondo biennio economico che si aprirà fra qualche mese in modo da aumentare la capacità contrattuale complessiva.

Reginaldo Palermo

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