Home Attualità Intelligenza artificiale: come “educarci ed educare”. In cammino verso un nuovo umanesimo

Intelligenza artificiale: come “educarci ed educare”. In cammino verso un nuovo umanesimo

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Educarci ed educare all’Intelligenza Artificiale”; “Come cambia l’educazione in un mondo AI based?”; “In quale modo una macchina comunica e su quali basi teoriche, su quali dimensioni culturali, educative e sociali l’AI scompagina e rivoluziona l’attività di insegnamento/apprendimento e i processi educativi ? sono alcuni degli interrogativi che il momento storico presente pone all’attenzione dell’intera società umana.

Comprendere quale tipo di impatto generi l’AI  comincia ad avere nei contesti educativi; Come individuare, riconoscere e promuovere quelle competenze che permettono la fruizione e la creazione con l’AI, costituiscono i doveri di docenti e genitori nel difficile compito di dare risposte adeguate ai “nativi digitali”, proiettati verso un mondo in repentina evoluzione tecnologica e informatica.

Nel Messaggio per la 57ª Giornata mondiale della pace, Papa Francesco ha lanciato un forte appello perché il controllo delle nuove tecnologie digitali diventi un patrimonio condiviso. Le molteplici implicazioni sociali ed etiche dell’utilizzo  dell’AI sollecitano il rispetto del  «senso del limite», come ha anche auspicato la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza.

La proposta di un trattato internazionale vincolante, «che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme”, appare quanto mai urgente.

Il francescano Paolo Benanti, professore straordinario della facoltà di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, consigliere del Papa sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, è stato nominato nuovo Presidente della commissione governativa AI per l’informazione.

In una recente intervista, facendo luce sulle “intelligenze artificiali” che aggregano le famiglie di tecnologie molto diverse tra di loro con applicazioni distinte,  ha evidenziato che tema centrale  non  sono le tecnologie molto diverse tra di loro con applicazioni distinte, ma gli effetti che questa ha sulla società civile.

In occasione del G7 a guida italiana, tra i principali temi viene posto al centro proprio quello relativo l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni, in tre diversi ambiti: le potenzialità della ricerca scientifica per l’innovazione; l’impatto sul mondo del lavoro; l’impatto sociale sulla formazione dell’opinione pubblica e sulla coesione sociale.

L’appello per un nuovo umanesimo, che pone al centro l’uomo nella relazione con le macchine, apre il sentiero verso un nuovo “rinascimento”

L’Italia è un Paese con una lunghissima tradizione umanistica, e pertanto la questione dell’intelligenza artificiale non ha a che fare solo con la tecnica o con le frontiere della tecnologia, ma soprattutto è orientata verso la necessità di rendere queste tecnologie compatibili con la coesistenza sociale, in linea di continuità con la sua tradizione. L’obiettivo è proprio quello di mettere l’uomo al centro e sviluppare così un modello, che potrebbe essere considerato rinascimentale, di riscoperta dell’umano e del suo valore nella relazione con le macchine

In questo processo è cruciale il legame tra AI e informazione ed è indispensabile valorizzare la professione dei giornalisti che sono figure di garanzia nel processo democratico. Nel giornalismo, infatti, c’è una forte missione sociale che l’automazione dell’informazione porterebbe all’estinzione, rendendo problematico il prosieguo del ruolo del giornalismo, anche per la facilità con cui oggi chiunque può produrre con queste tecnologie disinformazione o notizie false in momenti in cui già viviamo una forte polarizzazione».

«È un problema di design della società” ha detto Benanti, “il tema è se vogliamo mettere in atto un design competitivo o di collaborazione rispetto all’umano” e la sua affermazione trova riscontro nella diagnostica medica, che valorizza la professionalità del medico e i sussidi prodotti dall’ AI aiutano a migliorare la tutela della salute. Così dovrebbe essere per tutte le aziende, valorizzando sempre la produttività dei singoli ed anche a causa del calo demografico, sfruttare positivamente gli ausili prodotti e offerti dall’intelligenza artificiale.

Le grandi aziende italiane operano in settori “altamente strategici, come energia, reti di comunicazione e trasporti, sicurezza e aerospazio” e sono in grado di “svolgere un ruolo propulsivo per tutto il sistema economico”.

In questa prospettiva è di particolare importanza valorizzare le loro iniziative

 e nell’ottica di massimizzare le sinergie di sistema, cercare di rafforzare le sinergie, rinforzando la struttura delle relazioni tra le varie organizzazioni, stimolando le interazioni tra le grandi imprese e gli altri attori e, adottando la cultura del “fare rete”, le competenze delle realtà più avanzate del Paese vengono messe a servizio dell’intera nazione.