Home Attualità Investire sulle armi anziché sulla scuola: come compromettere il futuro del mondo...

Investire sulle armi anziché sulla scuola: come compromettere il futuro del mondo intero

CONDIVIDI

Tutto lascia pensare che l’attuale Governo italiano seguirà le indicazioni NATO per l’aumento delle spese militari al 2,5% del PIL entro il 2028. Donald Trump esige addirittura il 5%: avranno i nostri governanti il fegato necessario per ignorare il parere del nuovo dominus di Washington regolarmente eletto? Commissione Europea e Parlamento Europeo prevedono di spendere 800 miliardi in armi. Pertanto aspettiamoci ulteriori draconiani tagli su Sanità e Scuola: ossia su quanto resta del welfare, nel regime mondiale ultraliberista in cui anche l’Italia è incappata da 40 anni (senza che i cittadini se ne accorgessero).

Dopo la Finanziaria 2025, l’osservatorio Mil€x ha previsto una spesa militare di “soli” 32 miliardi (record storico); 9,7 per nuove armi; 2,9 per la “Difesa nazionale”; 330 milioni per industrie “di alta tecnologia”. In tutto, il 12% in più rispetto al 2024; rispetto al 2015, invece, il 60% in più. Inoltre i progetti più recenti comporteranno una spesa di 73 miliardi, che farà dell’Italia una delle maggiori potenze militari d’Europa.

Scuola: come trovare i soldi (e ridurre le guerre)? Tassando chi sulle guerre lucra

Come propone nella sua Controfinanziaria la testata online Sbilanciamoci.info (che dal 1999 elabora proposte per razionalizzare la spesa pubblica), per reperire fondi da destinare a Scuola e Sanità basterebbe tassare gli stratosferici profitti delle industrie di armi e risparmiare su peacekeeping all’estero, ricerca militare, acquisto di armamenti nuovi.

La minaccia vera per la Pace: ignoranza, malattia, povertà

C’è da investire, piuttosto, contro la crescente dispersione scolastica; nonché su una Sanità che non cura più il 10% degli italiani (il 25% degli over 65), impossibilitati a pagare ticket per cure e farmaci. E invece il governo stanzia 240 milioni fino al 2027 per mettere i soldati a pattugliare le città con le operazioni Strade Sicure e Stazioni Sicure: iniziative di grande impatto visivo e promozionale, ma inspiegabili in un Paese come il nostro, che tra i Paesi UE maggiori è — secondo Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione Europea) — al primo posto per numero di agenti di pubblica sicurezza in relazione alla popolazione residente (397 ogni 100.000 abitanti, più di Francia, Spagna e Germania).

Bambole, non c’è una lira. E per la guerra? Non c’è problema!

Alle missioni militari italiane all’estero andranno 1,3 miliardi di euro. Al fondo per le pensioni dei militari 4,5 miliardi. Come sottolinea l’autorevole IRIAD (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo) «Il re è nudo, e lo vestiamo di fucili». Le nostre democrazie hanno rinunciato a imbellettare il proprio volto ufficiale, per mostrarci invece la propria vera essenza?

Intanto le cifre nette destinate alla Scuola paiono aumentare: ma l’apparente aumento, stranamente, prevede in Finanziaria un taglio effettivo (mediante la non riassunzione di precari) di 5.660 cattedre e 2.174 posti ATA; cui va aggiunto il blocco del turnover mediante il pensionamento facoltativo a 70 anni.

Quali soggetti politici ed economici vogliono un popolo ignorante e guerrafondaio?

Per la Scuola nel 2024 si sono spesi 79 miliardi. Tanti, in apparenza: pochi per un Paese (ottavo al mondo per ricchezza prodotta) che riserva all’istruzione il 4% del PIL, mentre la media OCSE è del 5%. La dispersione scolastica, intanto, fa il paio con la povertà assoluta di un italiano su dieci, e con quel tragico 8% di lavoratori che restano poveri pur lavorando regolarmente. Contro tutto ciò, tante iniziative pubblicitarie e propagandistiche: Assegno di inclusione per soli 700.000 nuclei familiari; carta Dedicata a te, che riserva in tutto 500 milioni solo ai nuclei familiari di tre persone; bonus natalità, che dovrebbe sopperire alle difficoltà di chi è precario, non ha casa propria e non trova asili nido pubblici. Siamo forse diventati un Paese calvinista simil-USA, in cui “o sei ricco o sei morto” come nel cult movie Per un pugno di dollari?

A Scuola si educa alla Pace: ma il complesso militare-industriale è d’accordo?

Col sondaggio della società d’indagini demoscopiche SWG del 7 novembre 2024, Greenpeace ha dimostrato che solo il 22% degli italiani è favorevole all’aumento della spesa militare; contrario il 55%.

Parrebbero non funzionare, pertanto, le continue campagne mediatiche per il riarmo, lanciate da quasi tutti i governi mondiali e da tutte le testate filogovernative a partire dal 2022: video sul kit di sopravvivenza, celebrazioni trumpiane sulla nuova età dell’oro di Gaza, guerra presentata come male inevitabile cui bisogna prepararsi, e via sparando. Cercano di riattizzare la paura del nemico e, nel contempo, l’inclinazione popolare da trivio per le soperchierie e la ferocia come soluzione ai pericoli e rimedio alla paura. L’opposto, insomma, di quanto insegnato nella Scuola italiana dal 1948 ad oggi. Ci troviamo già in regime di sospensione della Costituzione italiana? Sono forse obsoleti tutti i princìpi su cui il mondo è stato ricostruito dopo la lotta al nazifascismo?

Il traguardo dell’ideologia della deterrenza: l’ecocidio/suicidio di massa

Ripudiare la guerra oggi non è — come sostenuto da forze politiche ed economiche non scevre da conflitti d’interessi d’ogni tipo — roba da anime belle o fanciullette romantiche. Dopo Hiroshima, la guerra non è solo brutale e disumana: è il suicidio della nostra specie. Quale deterrenza, infatti, potrebbero mai avere tutte le nauseabonde armi di distruzione di massa disponibili oggi, rispetto alla possibilità di distruggere tutto il pianeta con una quindicina di ordigni termonucleari (sui circa 13.000 esistenti)? Questa semplice constatazione rende dunque ogni invito al riarmo semplicemente ridicolo, anacronistico, antistorico, blasfemo, criminale.

La Storia — specie quella degli ultimi 130 anni — dimostra inconfutabilmente che ad ogni corsa inconsulta agli armamenti segue un conflitto mondiale: ossia arricchimento estremo di pochi supermiliardari; distruzione e morte per il resto del mondo. Se davvero vogliamo che i nostri giovani conoscano la Storia per non ripeterne gli orrori, non possiamo esser noi adulti i primi a misconoscerla.