Io non ho scioperato e vi spiego perchè…

Vi scrivo per esprimere il mio punto di vista sullo sciopero a cui non ho partecipato.

Faccio una premessa: nutro, come tanti, delle riserve sul disegno di legge, in particolare sulla mobilità e sulle competenze accresciute del dirigente. Inoltre condivido gli appunti mossi da Marcello Pacifico in commissione istruzione sulle difficoltà tecniche di attuazione dell’organico funzionale. Ciononostante, non approvo la strategia rivendicativa dei sindacati per ragioni che forse appariranno più chiare illustrando il mio caso personale.

Ho 31 anni, laureato a pieni voti e in corso nel 2008, supplente dallo stesso anno nella scuola pubblica. Ho partecipato al concorso a cattedra del 2012, e l’ho superato. Ho potuto parteciparvi malgrado fossi privo dell’abilitazione (chiuse proprio dall’anno in cui mi sono laureato) grazie a un ricorso di un sindacato minoritario. Ciò nella totale indifferenza dei sindacati maggiori, che evidentemente non avevano interesse a difendere il diritto mio e di altri giovani e meritevoli alla partecipazione al concorso.

Eravamo candidati che avrebbero sottratto posti a precari con più anni di servizio e meno merito. Diversamente, è giunto, a suo tempo, il sostegno dei sindacati per non differenziare il punteggio a favore di chi, come me, è abilitato tfa (in seguito al superamento di un esame) rispetto agli abilitati pas (che sono abilitati per anzianità di servizio). In seguito a questa politica sindacale, ho maturato la convinzione di appartenere, in quanto troppo giovane e studioso, a una categoria che la maggior parte dei sindacati trascura.

So bene che il ddl scuola non fa ancora chiarezza sulle modalità concrete di valutazione del merito, e che intanto c’è un contratto ancora bloccato. Penso però che viviamo in un tempo in cui le risorse si sono fatte più limitate (per noi lavoratori del settore della conoscenza, come per altri) e che la scuola dovrà guadagnarsele. Questo disegno di legge è una proposta, certamente migliorabile ma più concreta di altre (si leggano quelle, piuttosto vaghe, dei sindacati), sul tema della valutazione del corpo docente.

A questo proposito, ho trovato inopportuno che lo sciopero sia stato fissato il giorno delle prove invalsi (che, com’era prevedibile, sono state rimandate). Per quale ragione si è fatta questa scelta, se non quella di incrementare il consenso allo sciopero coinvolgendovi una questione che col ddl non c’entra? Facendo allo stesso tempo fallire un’osservazione oggettiva, a livello nazionale, del nostro lavoro? Io, che sono pure critico su diversi aspetti dell’invalsi, non approvo questa modalità di protesta in cui, per opportunità, si mischiano questioni che, a mio parere, andrebbero affrontate distintamente.

I lettori ci scrivono

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