Categorie: Attualità

L’informatica a scuola? Non sempre aiuta: il disastro della Delta Arlines insegna

È stato un bug la probabile causa del malfunzionamento informatico che ha provocato il blocco totale dei voli della compagnia Delta Arlines per diverse ore.

L’evento ha forti disagi nei diversi Scali e check-in, dove erano previste le partenze. Ma come può accadere un problema informatico, in un contesto basato su un meccanismo tecnologico legato alla perfetta sincronizzazione di macchine digitali?

Secondo alcuni esperti informatici, il problema è proprio nella mancanza di investimenti spesi sulla tecnologia. Basta che viene a mancare un pezzo importante del domino che si inceppa il meccanismo perfetto.

E nella maggior parte dei casi manca anche un piano B, che consentirebbe di ripristinare il servizio in tempi quasi reali, diminuendo notevolmente i disagi per gli utenti.

D’altronde come in tanti altri settori, i prezzi dei servizi e prodotto offerti, sempre più bassi per tenere testa alla concorrenza, porta verso un taglio continuo dei costi. Si interviene sui costi industriali per quanto sia possibile riducendo il personale, e laddove finiscono anche questi margini, si taglia sull’innovazione, sulla formazione, sulla ricerca e in generale sulla tecnologia e quindi anche sull’ICT.

Tutto questo è assurdo in un contesto storico dove uno dei principali pericoli è derivato dall’attacco informatico, che se non difeso correttamente è in grado di bloccare il sistema informatico di una azienda provocando danni molto più ingenti di quanto sarebbe costato l’investimento per attrezzarsi a simili evenienze.

La tecnologia è in grado di aiutare e supportare il lavoro e il business di ogni azienda, è in grado di agevolare i processi della PA e migliorare i servizi ai cittadini. Anche nella scuola. Ma ad un patto.

Che si prevedono tutti i meccanismi di ridondanza, piani alternativi di recovery del servizio, formazione del personale, infrastrutture adeguate per tutti i casi e i contesti che possono accadere, ricerca continua all’innovazione. In caso contrario, la tecnologia può diventare controproducente. Creando problemi ancora più grandi invece che risolverli.

Il messaggio, quindi, è chiaro: non basta riempire le aziende, anche quelle dello Stato, comprese le scuole, di computer e connetterli ad una rete, magari in fibra ottica: occorre manutentare continuamente quelle tecnologie informatiche, sorvegliare il loro operato e adeguarle continuamente all’evolversi del processo. In caso contrario, il bug è dietro l’angolo.

 

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Dino Galuppi

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