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La dad non ha funzionato e nemmeno l’organizzazione: la scuola italiana esce con le “ossa rotte” dal lockdown

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Si parla anche di scuola e di didattica a distanza nel Rapporto sulla pandemia elaborato dal Censis Stress test Italia, che prova a fotografare la situazione della società post coronavirus e soprattutto, vuole suggerire su quali pilastri affidarsi per il rilancio.

Fra questi pilastri c’è senza dubbio la scuola: il motore da cui ripartire che proprio in questi mesi ha sofferto tantissimo.

La didattica a distanza non ha funzionato

E al di là di quello che sappiamo e che abbiamo riportato ogni giorno su questa testata, il rapporto Censis si sofferma anche su alcuni aspetti: nonostante i segnali di vivacità e impegno la scuola italiana si è scoperta non attrezzata per la didattica a distanza (Dad), si legge su Il Corriere della Sera.

A fissare questa convinzione sono i dirigenti scolastici che, secondo il rapporto, nel 61% dei casi si sono espressi negativamente su lezioni online e didattica digitale.

Il ruolo delle famiglie

Altro punto fondamentale del rapporto è quello legato al ruolo delle famiglie, che nel periodo della pandemia è venuto fuori come non mai: sia i genitori che si sono fermati a causa del lockdown che quelli che hanno proseguito con lo smartworking, hanno infatti giocato un ruolo decisivo nella didattica a distanza, esponendosi in moltissimi casi in favore dei loro figli per far proseguire le lezioni al computer.

Il ritardo tecnologico e organizzativo

Il rapporto sottolinea anche che complessivamente l’esperienza della didattica a distanza ha certamente messo a nudo il ritardo tecnologico dell’Italia da questo punto di vista.

Ma a ben vedere, la pandemia ha mostrato anche un certo ritardo organizzativo della macchina statale dell’istruzione.

Non è un mistero infatti che nei mesi caldi della chiusura delle scuole, sono state molte le polemiche piovute addosso al Ministero dell’Istruzione, proprio per alcune falle organizzative.

E’ chiaro che tutti siamo stati presi alla sprovvista e sicuramente, in caso di una nuova ondata di covid in autunno (speriamo di no), il Ministero e tutta la macchina organizzativa, si faranno trovare pronti.

Lo abbiamo già accennato in precedenza, che, oltre alle linee guida per il rientro in classe a settembre, da Viale Trastevere starebbero pensando ad un piano B.