Home Didattica La sfida della tecnologia: i 5 requisiti per diventare ottimi prof

La sfida della tecnologia: i 5 requisiti per diventare ottimi prof

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A Barcellona in questi giorni si è svolto un panel, organizzato dall’accademia online di inglese Aba English, per condividere idee e opinioni sul tema dell’insegnamento online.

Ecco qui i 5 requisiti necessari a ogni docente per diventare un ottimo professore 2.0, di lingue ma non solo.

1. La tecnologia non è una minaccia ma uno strumento

Gli insegnanti di oggi non possono insegnare una lingua senza tener conto del contesto tecnologico che li circonda e ovviamente senza considerare un elemento tecnologico che ci accompagna in ogni momento: lo smartphone. “Una maggiore presenza della tecnologia nella vita quotidiana non dovrebbe essere percepita come una minaccia per noi insegnanti, ma come uno strumento per migliorare il processo di apprendimento dei nostri studenti,” afferma l’italiana Maria Perillo, direttrice accademica di ABA English.

 

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2. Competenti non solo nell’insegnamento ma anche nella tecnologia

Gli insegnanti devono adattarsi e saper integrare, usare e sfruttare la tecnologia nell’ambito dell’insegnamento. Pertanto, non devono soltanto imparare a insegnare una lingua, ma devono anche conoscere le tecnologie e gli strumenti necessari per insegnare e interagire con gli studenti. Gli insegnanti 2.0 hanno capito questa sfida e creano materiali stimolanti, capaci di generare interesse e motivare gli studenti.

“Il libro tradizionale non è più sufficiente per gli studenti di oggi. La tecnologia oggigiorno è al servizio dell’insegnamento in vari modi: dalla ricerca on-line di materiali integrativi per le lezioni, all’uso di video e giochi interattivi per creare un ambiente di apprendimento multimediale”, dichiara la professoressa americana Robin Motheral.

“Abbiamo bisogno di capire il modo in cui gli studenti utilizzano la tecnologia per offrire loro spunti interessanti e generare interazione. Dare regole o esercizi scritti su un foglio di carta non è più sufficiente,” conferma la professoressa britannica Martine Jeffries.

3. Internet come fonte inesauribile di strumenti educativi

L’insegnante 2.0 deve cambiare metodologia e usare gli strumenti tecnologici con scopi didattici. “Noi docenti dobbiamo avere la capacità e le competenze per analizzare e scegliere al meglio gli strumenti più idonei presenti online per adattare il nostro metodo e massimizzare l’efficacia dell’insegnamento” commenta la professoressa britannica Nicola Cowan. L’idea è condivisa dal professore italo-inglese Tim Sarsini che ribadisce anche l’importanza di usare un metodo di insegnamento che “renda l’inglese parte integrante della quotidianità dello studente.”

4. Dal docente al personal coach

 

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Studiare online da pc o smartphone significa farlo in autonomia, da soli e a distanza, per questo gli studenti hanno bisogno più che mai di sostegno per sentirsi accompagnati, guidati e incoraggiati. L’uso costante della tecnologia che li circonda li ha trasformati in studenti più distratti, meno pazienti e con un minor livello di attenzione. Pertanto, l’insegnamento deve essere più veloce, stimolante, divertente ed efficiente.

“Nel mondo dell’insegnamento 2.0, il docente guida gioca un ruolo chiave, ha il compito di consigliare gli studenti su come utilizzare il loro tempo limitato nel miglior modo possibile. Oggigiorno, gli studenti sono più liberi e indipendenti e, di conseguenza, la motivazione nasce dalla totale libertà nel decidere il momento in cui studiare “, spiega il professore scozzese George Talbot.

5. Un rapporto personale tra professore-alunno

Quando l’insegnamento avviene a distanza e attraverso internet, esiste comunque una relazione tra lo studente e il professore? Proprio perché avviene in modo virtuale, il rapporto non solo esiste, ma è anche di vitale importanza per garantire il successo dello studente. Come spiegano i docenti di ABA English, gli insegnanti 2.0 arrivano a stabilire una conoscenza molto personale con gli alunni. L’interazione non è limitata al solo a spiegare le regole o a risolvere i dubbi, spesso il ruolo implica che gli insegnanti si interessino alla vita personale dello studente e alle motivazioni alla base dello studio della lingua, per poter così seguire i progressi .

“Anche per gli alunni 2.0 è importante ricevere il feedback degli insegnanti, per non perdere la motivazione. Dobbiamo conoscerci meglio noi insegnanti e studenti, dobbiamo essere consapevoli dei nostri rispettivi punti di forza e debolezza. In questo modo gli studenti possono migliorare e arrivare a godere dei vantaggi che la padronanza di una lingua straniera permette”, sostiene la professoressa brasiliana Priscilla Oliveira. In definitiva, il fattore umano è sempre più importante per affrontare le sfide dell’insegnamento 2.0, specialmente on-line.  (ANSA)