Home Attualità Lauree abilitanti: a che punto è il disegno di legge?

Lauree abilitanti: a che punto è il disegno di legge?

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Avevamo già parlato della questione delle lauree abilitanti, soprattutto quando il 23 giugno scorso l’assemblea della Camera ha approvato la proposta di legge che introduce nuove disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti.

Il testo, in particolare, prevede la semplificazione delle modalità di accesso all’esercizio delle professioni regolamentate, rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato, semplificando e velocizzando così l’accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati.

Il punto sull’iter del DDL

A tal proposito, Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione Lega, nel suo intervento sul DDL lauree abilitanti all’università di Bergamo, che si è svolto ieri, 1° ottobre, ha fatto il punto della situazione.

“L’esigenza è che il Parlamento proceda con rapidità alla sua approvazione definitiva – afferma Pittoni -. La Commissione ne ha avviato l’esame lo scorso 3 agosto, con la mia illustrazione del provvedimento. E’ seguito lo scorso 14 settembre un ciclo di audizioni informali in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti del Gruppi parlamentari. E il giorno seguente si è conclusa la discussione generale. Sono poi stati presentati emendamenti e ordini del giorno, per la cui votazione siamo in attesa dei prescritti pareri. Il provvedimento, come detto, dovrà entrare in vigore entro il 31 dicembre 2021, pena il mancato rispetto di uno degli impegni assunti nel PNRR”.

E il mondo della scuola?

Per quanto riguarda il comparto scuola, il senatore Pittoni chiarisce: “nella provocazione sull’esclusione dal provvedimento dei professionisti dell’insegnamento scolastico, ho definito le lauree abilitanti all’insegnamento di una materia specifica ‘da masochisti’. Complicherebbero infatti la vita agli atenei e a tutti gli studenti, compresi cioè quelli non interessati alla docenza, quando – ministero permettendo – possono contare su TFA e PAS, a seconda del livello di esperienza, in linea con la normativa europea. Si spinga su quelli”.

Continua Pittoni: “Altra cosa sono le lauree abilitanti all’esercizio di alcune professioni tecnico-scientifiche, che traggono origine dalla necessità di aggiornare il sistema di iscrizione agli ordini professionali: un numero limitato e nominativamente specificato di lauree, che oltretutto dovranno attuare una particolare curvatura per assicurare il raggiungimento in itinere dei requisiti considerati indispensabili per l’esercizio di una determinata professione”.

Sempre nel suo intervento, il senatore afferma: “Cosa che non può riferirsi alla professione docente, cui si accede con la quasi totalità delle lauree magistrali previste dall’ordinamento accademico, sia per quanto attiene alle università che alle accademie di Belle Arti e ai conservatori. In pratica si dovrebbero rendere abilitanti all’esercizio della professione docente la totalità delle lauree esistenti e i diplomi di II° livello della accademie di Belle Arti, degli ISIA e dei Conservatori di musica. Operazione che snaturerebbe l’impianto scientifico-ordinamentale di tutti i corsi di laurea di II° livello”.

“A meno che non si voglia riprendere la strada – subito abbandonata al tempo della riforma delle scuole di specializzazione di istruzione secondaria nel 2011 – di prevedere per ogni corso accademico di laurea magistrale o comunque di II° livello, un corso “gemello” specificamente dedicato all’insegnamento: ma a parte i dubbi sulla sua validità scientifica – conclude Pittoni – i costi sarebbero difficilmente sopportabili e la gestione dei doppi corsi in molti casi potrebbe rivelarsi materialmente impossibile, per carenza di strutture logistiche e personale”.