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Legge finanziaria “speciale”: 30 miliardi, ma tutti per fronteggiare il caro energia; probabili tagli alle spese dei Ministeri, anche all’Istruzione

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La legge finanziaria che il Governo si appresta a varare si presenta difficile e complicata: le risorse disponibili (si parla di una trentina di miliardi) sarebbero destinate quasi esclusivamente a fronteggiare la crisi energetica in modo da dare un aiuto sia alle famiglie sia alle imprese.
Per quanto riguarda i contratti pubblici (scuola compresa) ci sarà poco o niente; sicuramente, nonostante le reiterate promesse di tutte le forze politiche, gli stipendi europei per i docenti si allontaneranno ancora.
Nella migliore delle ipotesi può darsi che i 300 milioni che la legge di bilancio 2022 aveva destinato alla valorizzazione dei docenti vengano assegnati al tavolo contrattuale per poter essere utilizzati per aumentare di 15-20 euro lordi le retribuzioni di tutti. Per fare questo, però, è necessario che Valditara firmi un nuovo atto di indirizzo. E, in proposito, c’è già chi ironizza facendo osservare che, in tal caso, uno dei primi atti del Ministro del Merito sarà proprio quello di cancellare il fondo per la valorizzazione e per il merito per continuare con la consueta politica dell’appiattimento retributivo.
Ma non è finita qui perché secondo le previsioni contenute nella Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) è molto probabile che con il bilancio 2023 si dovranno rivedere le spese dei diversi Ministeri e pare proprio che anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà dare il proprio contributo.
Non si sa ancora a quanto potrebbe ammontare il taglio ma per un Ministero, come quello del MIM che non naviga nell’oro, anche una riduzione della spesa di poche centinaia di milioni potrebbe mettere a rischio anche le funzioni essenziali.