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Leopardi, la serie tv Rai “toglie la polvere che la scuola gli incolla”: la letteratura viene insegnata con troppi stereotipi?

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Nel corso della settimana appena passata è andata in onda su Rai1, in due puntate, la miniserie Leopardi – Il poeta dell’Infinito, basata sulla vita del celebre poeta Giacomo Leopardi, spesso visto dai ragazzi come un autore noioso, polveroso.

Leopardi e gli stereotipi

Secondo la scrittrice Flaminia Colella la serie televisiva in questione permette di vedere il poeta come una persona vera, lontana dagli stereotipi che si sono accumulati attorno alla sua figura negli anni che lo dipingono come “sfigato”, sfortunato, malaticcio, timido, fragile.

“Mi sembra accattivante che venga proposta una serie in cui Leopardi non venga appesantito da quella coltre di malora e bruttezza fisica, che quindi non sconta quei cliché che gli sono sempre stati affibbiati”, ha esordito in un articolo di MowMag.

Vedere gli autori come persone per comprenderli meglio

Può la televisione riuscire a insegnare qualcosa agli studenti? Secondo l’esperta sì. “La televisione può essere un veicolo importante. Perché se la cultura dell’immagine che domina oggi ha almeno un effetto positivo, in questo caso sarebbe quello di riavvicinare alla lettura nuove persone, che ora possono scegliere di confrontarsi direttamente con la poetica leopardiana. 

“L’idea di fare una serie che lo rispolvera, cioè che proprio toglie quella polvere dal cappotto che la scuola gli incolla, mi sembra un’idea interessante e positiva. È importante che viviamo gli incontri con gli autori come degli incontri con le persone. Il fatto che siano vissuti duecento anni fa o cento anni fa non toglie che siano stati esseri umani. Tutto ciò che, a volte, i ragazzi di oggi non riescono più a fare, non perché non leggano Leopardi, ma perché non lo frequentano in maniera vivificante”, ha concluso.

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