I francesi, è noto, sono orgogliosi: non possono sopportare che le competenze nella lettura e nella comprensione dei loro alunni della scuola primaria sono in caduta libera rispetto agli anni Duemila. La parabola discendente è stata confermata dagli ultimi risultati della ricerca internazionale Pirls (cui l’Italia partecipa con i test Invalsi) secondo la quale gli allievi della quarta elementare francese sono scesi a 511 punti, contro i 520 del 2011 e sono nettamente al di sotto della media dei Paesi dell’Unione europea (540).
Dal 2001, il peggioramento dei francesi è stato costante: i punti persi sono ben 14, proprio mentre i 24 Paesi europei partecipanti all’inchiesta hanno progredito nell’insieme di 6 punti. Lo studio mostra anche tutta la difficoltà dei giovanissimi francesi ad “impadronirsi” di un testo leggendolo, di afferrarne il senso.
Anche l’Italia ha perso posizioni, scendendo al decimo posto: da 548 punti 532. Ma non si sono ravvisate reazioni tra i governanti.
In Francia, invece, il ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer, il 5 dicembre ha annunciato che a partire dal prossimo anno scolastico, il dettato quotidiano tornerà ad essere obbligatorio nelle classi elementari.
“L’insegnamento sistematico e rigoroso della grammatica e del vocabolario per una ortografia solida: il dettato quotidiano deve diventare una realtà alla scuola elementare”, ha twittato il ministro, replicando quanto già anticipata da Najat Vallaud-Belkacem, ministra della presidenza Hollande.
Tutto questo, perché secondo Blanquer certi risultato “non sono degni del nostro Paese”. Il ministro ha annunciato nuove “verifiche”. Si tratterà di testi “facili e leggeri”.
E alle medie, sempre il ministro auspica l’introduzione di due ore settimanali di “accompagnamento personalizzato” dedicate alla comprensione del testo scritto.
La lettura, ha sottolineato Blanquer, è una priorità, poiché è il “fondamento di tutti gli altri saperi”. Quindi, un dettato al giorno insieme alla lettura come attività pedagogica dominante nell’ora settimanale di insegnamento complementare.
L’idea, a dire il vero, non è nuovissima: infatti, in passato era già stata espressa. E rispinta dai sindacati dei docenti.
Per il ministro, invece, “il dettato quotidiano deve diventare una realtà nelle nostre scuole elementari”.
A supportarla, saranno nuovi manuali scolastici, scelti dagli insegnanti con la consulenza del neonato “Consiglio scientifico” voluto dal ministro, perché “non tutti i manuali si equivalgono, alcuni sono più efficaci di altri”.
Il ministro transalpino annuncia anche un piano di formazione in lettura per gli stessi insegnanti francesi, una “grande conferenza” da tenersi il prossimo mese di marzo sulla scuola materna, lo sviluppo di stage e di corsi di sostegno durante i periodi di vacanza, che in Francia sono due mesi d’estate e due mesi – frazionati in quattro periodi – durante l’anno scolastico.
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