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Lettura nelle scuole elementari, male l’Italia in quella online. I dati dello studio IEA PIRLS

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Sono stati resi noti i dati dello IEA PIRLS – Progress in International Reading Literacy Study – una delle indagini internazionali, promosse dalla International Association for the Evaluation of Educational Achievement (IEA).

L’indagine, iniziata nel 2001 e proposta con cadenza quinquennale, ha come principale obiettivo la valutazione comparativa dell’abilità di lettura dei bambini al quarto anno di scolarità.

Perché il quarto anno di scolarità? Perché rappresenta un punto cruciale per lo sviluppo degli studenti come lettori. È tipicamente in questa fase, infatti, che gli studenti passano dall’ “imparare a leggere” al “leggere per imparare”. A questa età i bambini dovrebbero aver già imparato a leggere e dovrebbero quindi essere in grado di utilizzare la lettura come strumento per apprendere.

Abbiamo già analizzato i dati generali dell’indagine (clicca qui). L’indagine IEA PIRLS, però, ha riguardato anche, per la prima volta, una prova di lettura in ambiente web simulato con l’obiettivo di rilevarne le capacità di assorbire testi informativi online: agli studenti è stato chiesto di svolgere due ricerche scolastiche su argomenti di scienze naturali e scienze sociali.

All’interno di una finestra del browser, l’avatar di un insegnante virtuale ha accompagnato gli scolari presentando domande che obbligavano alla ricerca delle informazioni all’interno di ipertesti discontinui. Alla lettura internet hanno partecipato 14 Paesi e l’Italia non ha raccolto un buon risultato: il Belpaese è risultato solo decimo: da 548 punti scendiamo a 532, sotto la media delle nazioni analizzate. Su internet si riducono a tre punti le distanze tra femmine e maschi e a 29 punti quelle geografiche (dal Nord-Ovest alle Isole).