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Lo smartphone è uno strumento didattico? Allora perché non si può comprare con la carta del docente?

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Smartphone in classe, Si o no? E’ la domanda che si stanno ponendo in molti dopo l’apertura del ministro Fedeli, che ha destato non poche polemiche.

Fra chi è convinto che l’utilizzo dei cellulari in aula possa solo portare distrazione e chi invece crede che l’ausilio della tecnologia più usata dai ragazzi possa incentivare l’apprendimento degli studenti.

 

Sindacati

I sindacati non hanno espresso una posizione precisa in merito; Francesco Sinopoli della Flc Cgil invita a riflettere bene sulla questione: “giusto immaginare un processo di educazione alle tecnologie, anche legata al piano dell’innovazione delle scuole, ma essa deve coinvolgere quanto più possibile l’intera comunità scientifica ed educante. Invece, si ha l’impressione che si sia partiti dalla fine: prima introduciamo lo smartphone e le tecnologie, e poi vediamo che uso farne, ammesso che sia possibile padroneggiarle del tutto. Fermiamoci tutti e ripartiamo da zero. Stiamo parlando della vita quotidiana di milioni di alunni e studenti, della loro relazione educativa, dell’impegno didattico di centinaia di migliaia di docenti (il cui parere ci pare decisivo), e facciamo, con sobrietà, le necessarie verifiche”.

Dello stesso tenore il commento della Cisl Scuola: “Educare ad un uso corretto, intelligente e consapevole degli strumenti di comunicazione è un obiettivo che rientra naturalmente nei compiti della scuola, che tuttavia non può farvi fronte da sola: devono sentirlo come proprio impegno e compito anche la società e la famiglia”, sottolinea il segretario nazionale Lena Gissi.

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Invece, piuttosto chiara la posizione di Gilda degli insegnanti, con le parole del coordinatore nazionale Rino Di Meglio: “Sull’uso didattico degli smartphone in classe continuiamo a nutrire seri dubbi perché, più che appassionare gli studenti, riteniamo che possa danneggiarli. Studi autorevoli sul tema confermano la nostra tesi sostenuta anche da un esperto del settore come il professor Manfred Spitzer, autore di ‘Demenza digitale’ e ‘Solitudine digitale’, il quale afferma che l’uso dello smartphone a scuola riduce di molto le performance degli studenti”.

Niente smartphone con la carta del docente

Il sindacato si fa portavoce anche dell’incoerenza presunta del Ministero: da un lato apre all’uso didattico dello smartphone per gli studenti e contemporaneamente esclude lo stesso strumento dalla lista dei beni acquistabili dagli insegnanti con la carta del docente.

“Sarebbe opportuno che viale Trastevere facesse chiarezza su questo punto, visto che secondo la ministra ‘il tema è insegnare ai ragazzi come si sta sul digitale con la gestione e responsabilità dei docenti’ e che, dunque, lo smartphone diventerebbe uno strumento didattico a pieno titolo”, conclude Rino Di Meglio.

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