Attualità

Made in Italy, Ricci (Uil Scuola) alla Camera: “Le scuole italiane all’estero ne sono la più significativa espressione”

Il 24 ottobre si è tenuta alla Camera dei Deputati un’audizione sul sul provvedimento AC 1341, “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy”, durante la quale è intervenuta la segretaria nazionale Uil Scuola Rua Francesca Ricci.

“I nostri licei sono l’Italia”

Ecco alcuni stralci del suo intervento: “I nostri licei, per cultura, formazione, struttura, esperienza sono l’Italia. Sono espressione autentica del nostro Paese. Sono il Paese. Nella scuola, la più significativa espressione del made in Italy è rappresentata dalle scuole italiane all’estero. Sono gli istituti che rappresentano, a partire dalla lingua, la carta d’identità del nostro Paese all’estero. Non hanno però quel pieno sostegno da MiM e Maeci che la loro funzione richiede”.

“Per quanto attiene all’esame del testo del Disegno di legge oggetto dell’audizione odierna, si valuta positivamente il ‘richiamo alle conoscenze economiche e giuridiche’, ‘agli strumenti per la ricerca e l’analisi degli scenari storico-geografici e artistici’, alle ‘lingue straniere’, ai ‘processi di internazionalizzazione’. I nostri licei, per cultura, formazione, struttura, esperienza sono l’Italia. Ugualmente positivo è il richiamo ai principi di ‘autonomia delle istituzioni scolastiche’ e alla previsione di ‘ampi spazi di flessibilità per l’adeguamento dell’offerta formativa alla vocazione economica e culturale del territorio'”.

Le criticità

“Va annotato negativamente, invece, che l’istituzione dell’opzione del Made in Italy sia realizzata – ancora una volta a costo zero – ‘nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali previste a legislazione vigente’. Viene, infatti, puntualmente specificata ‘l’assenza di nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato poiché non ne derivano incrementi di organico né del personale docente, né di personale scolastico, né di dirigenti scolastici'”.

“Si fa con quel che si ha. Come se la docenza fosse materia intercambiabile e le professionalità della scuola potessero essere agevolmente orientate ai ‘principi e strumenti per la gestione d’impresa’, alle ‘tecniche e strategie di mercato per le imprese del made in Italy’, ha concluso Ricci.

“Piuttosto che irrealistiche richieste di aumento del personale, insostenibili per il bilancio dello stato, diamo più risorse e maggiore riconoscimento professionale ai nostri docenti all’estero! Un trattamento economico adeguato e omogeneo analogo a tutto personale statale in servizio all’estero!”, continua il sindacato.

Redazione

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