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La maestra di Oristano torna a scuola tra l’abbraccio di alcune mamme, “piangevo prima di arrivare, la verità verrà fuori”

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Come riporta L’Unione Sarda, la maestra di Oristano, Marisa Francescangeli, sospesa per aver fatto recitare le preghiere cattoliche a dei bambini (e non solo), è tornata a scuola a San Vero Milis nella mattina di lunedì 17 aprile.

La docente è stata accolta da un gruppo di mamme che l’hanno abbracciata, le hanno donato dei fiori e l’hanno incoraggiata per la ripartenza a scuola. Ai microfoni dellUnione Sarda, la maestra ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Il rientro a scuola è stato sicuramente molto emozionante, perché quando ho tra le mie braccia i bambini mi commuovo, sapevo che sarebbe stata una grande emozione, infatti stavo già piangendo prima di venire. Sono felice di essere qua perché i bambini meritano questo e non meritavano quello che è successo, purtroppo. Sono sicura che riprenderemo alla grande, loro capiranno le problematiche che si sono venute a creare, sono felice di essere qua e non vedo l’ora di essere in classe e di riprendere il mio lavoro, motivata. Questo è un lavoro che mi piace prima di tutto, quindi sono qua per i miei bambini”.

E sulla sospensione aggiunte: “Sono stati venti giorni tosti, di grande stress per il fatto di raccontare la storia a tante persone e giornalisti. Mi sembra ancora inverosimile. Grazie a un genitore che mi ha dato la spinta per scrivere a un giornale, ed è per questo che è venuta fuori la verità, che è giusto che si sappia. Ci sarà un procedimento penale contro ignoti per il momento, le mamme mi stanno sostenendo e me lo hanno dimostrato anche in questo momento che mi hanno accolto e mi hanno dato forza e coraggio. Non ci dobbiamo fare impaurire da nessuno perché la verità deve uscire fuori prima di tutto”.

Sull’accaduto era intervenuto anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che aveva dichiarato a Retequattro, all’interno di Tg4-Diario del Giorno: “Posso soltanto dire che non si tratta della recita episodica di una preghiera, ma dalla documentazione a fondamento della decisione disciplinare si tratta di reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari. Dopo diversi interventi ‘bonari’ del dirigente scolastico si è arrivati all’attivazione di un procedimento disciplinare che si è concluso con la sanzione di 20 giorni dopodiché io, appena è emersa la notizia, ho richiesto una relazione dettagliata e abbiamo inviato gli ispettori per verificare che la procedura sia stata svolta correttamente. L’accusa è che anziché insegnare storia, geografia, matematica l’insegnante avrebbe fatto cantare inni religiosi e pregare, quindi si tratta di una violazione di un obbligo previsto dalla legge”.

I VARI INTERVENTI POLITICI DA SGARBI A SALVINI

Ai vari interventi contro il provvedimento, il ministero ha risposto in una nota: “la revoca dei provvedimenti disciplinari non rientra tra i poteri del Ministro“.