
Una storia davvero agghiacciante. Il malore di una ragazza di tredici anni di Torino, come riporta La Stampa, è stato rivelatore di un malessere radicato nell’ambiente familiare. L’alunna ha spiegato di non dormire da tempo la notte a causa delle violenze del padre nei confronti della madre.
Il racconto delle violenze
“Sono svenuta perché ho tante cose nella testa. Tante preoccupazioni. Di notte non riesco a dormire. Ho le allucinazioni. Ogni sera succede la stessa cosa. Mio padre racconta come ucciderà mia mamma. In quale modo potrebbe tagliarle la gola. Lo sento. Verso mezzanotte gira per casa con dei coltelli in mano. Sento i rumori dei suoi passi. Va in cucina, poi in soggiorno, in camera mia e nella sua. E, non so come spiegarlo, fa sentire il rumore di questi coltelli e dei suoi passi”, questo l’orribile racconto.
La piccola si è accasciata sul banco all’improvviso, come era già capitato in passato. Solo che questa volta non è riuscita più ad alzarsi perché aveva le gambe bloccate. Da qui il trasporto in ospedale, ma per i medici non aveva nulla. La sua docente ha così pensato che il malessere dovesse essere psicologico.
L’insegnante ha portato la 13enne dallo psicologo scolastico, dove si è confidata, lo scorso maggio. Il verbale del suo racconto è stato determinante per l’arresto del padre, condannato a due anni.
L’uomo, che ha 52 anni, dovrà frequentare per un anno un centro per uomini violenti. Se salterà gli incontri, tornerà in prigione. Finora ha rispettato l’ordine. La ragazzina, con la sorella di nove anni, è stata affidata in via esclusiva alla madre, che per mesi infiniti ha subito “maltrattamenti aggravati e violenze fisiche e psicologiche” e che oggi ha una vita nuova.
“È stata coraggiosa e ha avuto una consapevolezza tale da capire che il contesto era inaccettabile e che doveva denunciare”, conferma l’avvocata, che aggiunge: “È stata molto brava anche l’insegnante a farla confidare”.
Pensavano che la ragazzina avesse un disturbo dell’apprendimento, perché er disattenta, stanca, stordita. Ma era soltanto stremata. Straziata da quello che vedeva e sentiva.
“Sono svenuta perché ho tante cose nella testa”, ha ripetuto la giovane ai Carabinieri. “Sento il rumore dei coltelli e dei passi di mio padre. L’ho visto prendere per il collo mamma e tirarle un calcio. Mi sono messa in mezzo se no l’avrebbe uccisa. Quella mattina a scuola stavo davvero tanto male. Mi hanno dato un the con lo zucchero. Pensavano che fosse la pressione bassa. Ma non era quello. Non riuscivo ad alzarmi. Ho ripensato alla sera prima. A mio padre coi coltelli che cerca la mamma per ammazzarla mentre dorme. Succedeva sempre. È già da un po’ che mio padre insulta mamma. Ha iniziato con le parolacce. Poi con un modo, come dire, più aggressivo di parlare. Dopo sono arrivate le minacce, anche quelle di morte. E le botte. Adesso so che non riesco a dormire di notte per la paura che succeda qualcosa a mamma. Perché lui dice che la ammazzerà mentre è nel sonno. E ho questa pressione. Mi risveglio molte volte la notte, con l’ansia forte. Sono sempre stata zitta, finora. A scuola andavo e facevo come se niente fosse. Ma si vedeva, credo, che in me c’era qualcosa che non andava. Lui ha continuato così per settimane. Anzi. Per otto mesi”, ha rivelato.
Gramellini: “La scuola deve fare da sentinella”
“In una settimana in cui abbiamo parlato tanto di programmi scolastici, questa storia ci ricorda che il compito della scuola è fare da sentinella, guardare in faccia i nostri ragazzi, accorgersi di cosa capita nelle loro vite, non voltarsi dall’altra parte. Nel Paese in cui non funziona mai niente stavolta ha funzionato tutto. Primo Levi diceva che “se è successo una volta può succedere ancora”: ho associato sempre questa frase solo al male, questa storia dimostra che possiamo applicarla anche al bene”, questo le parole del conduttore e giornalista Massimo Gramellini, pronunciate nel corso della trasmissione di La7 In Altre Parole.