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Matteo Messina Denaro, indagata un’altra docente dopo Laura Bonafede: avrebbe avuto un ruolo nella latitanza

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Un’altra docente è indagata nell’ambito dell’inchiesta relativa alla latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo l’arresto della maestra Laura Bonafede. La donna sarebbe una professoressa di matematica del trapanese, il cui nome non è stato rivelato.

Come riporta La Stampa, la donna sarebbe stata anch’essa amante del boss. Il suo volto a pm e Carabinieri era già noto. La donna infatti alcuni giorni dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, il 16 gennaio 2023, si era presentata ai militari dicendo che lei aveva riconosciuto nel boss visto in tv dopo la cattura l’uomo col quale aveva intrattenuto una relazione sentimentale.

Lei lo conosceva come il dottor Francesco Salsi. La donna si è dovuta presentare in Procura a Palermo, come scrive oggi il quotidiano La Repubblicacome indagata per favoreggiamento aggravato. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

“Mai sospettato – giurò – che si trattasse di Matteo Messina Denaro, sono sotto choc. Ho intrapreso quella relazione in un momento di crisi personale e coniugale. Ci scambiammo il numero di cellulare”. A quanto pare però non sarebbe stata solo amante, conoscendo chi era nella realtà il fantomatico dott. Salsi, ma forse avrebbe avuto un ruolo nella latitanza: su questo si indaga.

Maggiori dettagli, scrive La Repubblica, sono emersi da alcuni “pizzini” della maestra Bonafede, molto rancorosa nei confronti della donna, forse in quanto rivale in amore.

Matteo Messina Denaro, Bonafede accusata di associazione mafiosa

La Procura di Palermo, lo scorso giugno, ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere per Laura Bonafede. La docente è accusata di associazione mafiosa. Secondo Ansa per la Procura di Palermo l’imputata sarebbe stata un pezzo fondamentale del meccanismo che per 30 anni ha protetto la latitanza di Messina Denaro. I due, insieme alla figlia della donna, ai domiciliari per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, avrebbero vissuto insieme e si sarebbero comunque sempre frequentati.

“Eravamo una famiglia”, scriveva il capomafia in un pizzino. Lei si occupava del sostentamento e della sicurezza del boss, gli faceva la spesa durante la pandemia nel timore che si ammalasse e non potesse uscire di casa, condivideva con lui linguaggi cifrati, segretissimi pizzini, affari e informazioni sulla cosca. 

L’arresto della maestra

Il 13 aprile 2023 la maestra elementare, 56 anni, è stata arrestataIl pool coordinato dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido le ha contestato i reati di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento, con l’aggravante di avere favorito l’organizzazione mafiosa.

Stessi reati che il sostituto procuratore Gianluca De Leo contesta alla figlia della donna, arrestata poi lo scorso dicembreSecondo Ansa il boss, la ragazza e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza. Lo scorso novembre, poi, la condanna a undici anni.