Home Personale Il lavoro delle docenti: “Malpagate e a rischio burnout”

Il lavoro delle docenti: “Malpagate e a rischio burnout”

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In Italia circa l’80% del personale è composto da donne, quasi un milione di professioniste. Tuttavia, per molte di loro, il lavoro nella pubblica istruzione resta una corsa a ostacoli: poche possibilità di avanzamento, limitazioni alla mobilità, retribuzioni non proporzionate alla qualifica, un precariato diffuso e un elevato rischio di burnout, spesso ignorato dalle istituzioni.

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Questi temi sono stati al centro del convegno “La donna e il lavoro nella pubblica amministrazione in Italia e in UE”, promosso a Roma dalla Confederazione europea dei sindacati indipendenti (Cesi) insieme ad Anief, Csa e Cisal.

“La scuola è donna – ha sottolineato Marcello Pacifico, presidente Anief – ma le lavoratrici, pur essendo altamente qualificate, non vedono riconosciuto il proprio valore. L’80% di loro è laureata, una percentuale nettamente superiore rispetto ad altri comparti pubblici, eppure guadagnano mediamente 6.000 euro in meno di chi lavora nei ministeri”.

Pacifico ha puntato il dito anche contro i vincoli alla mobilità e il mancato riconoscimento del burnout, che altrove – come nelle forze armate – consente di accedere al pensionamento anticipato. “Servono misure concrete: riconoscimento del lavoro, riscatto agevolato della laurea, mobilità intercompartimentale e adeguamento salariale”.

Scuola e stress, il carico invisibile degli insegnanti: 9 docenti su 10 lavorano molte più ore del dovuto

Anche La Tecnica della Scuola si è interrogata al riguardo. Infatti, la rivista specializzata ha indagato proprio su questo aspetto, chiedendo ai docenti quante ore extra svolgano ogni giorno e quanto questo incida sul loro livello di stress. All’indagine hanno partecipato 1.043 utenti, per il 97% docenti provenienti dal Nord.

I dati del sondaggio

I risultati sono significativi: il 48,5% degli insegnanti lavora dalle 2 alle 3 ore in più ogni giorno, mentre il 43,7% supera addirittura le 3 ore extra quotidiane. Solo una minima percentuale (7,1%) limita il lavoro aggiuntivo a un’ora, mentre meno dell’1% dichiara di non svolgere ore in più.

Questo surplus di impegno inevitabilmente si ripercuote sul benessere (o malessere) psicologico: oltre la metà dei docenti (56,2%) ritiene che il lavoro extra incida molto sullo stress, mentre un ulteriore 25,2% lo considera estremamente impattante. Solo il 2% pensa che abbia un’influenza minima, con un residuale 1,1% che non ne risente affatto.

Il problema, tuttavia, non riguarda solo gli insegnanti. Anche il personale scolastico non docente affronta carichi di lavoro extra: il 34,5% lavora oltre le 3 ore in più al giorno e il 42,9% sente un forte impatto dello stress da lavoro.