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Maturità 2020, due mesi alle prove: occorre una pianificazione completa per evitare gli errori

Fine delle vacanze pasquali per la gran parte degli oltre 8 milioni di studenti italiani e ritorno con la didattica a distanza.

Tutti gli istituti si stanno via via organizzando con la didattica a distanza per l’avvio della fase finale dell’anno scolastico che dovrà comprendere interrogazioni, valutazioni, scrutini ed anche esami di terza media e maturità. Anche se è ancora in piedi l’ipotesi di un rientro in classe in maggio, entro il 18, è molto probabile che le scuole per la fine dell’anno scolastico non riapriranno.

Per quanto riguarda la maturità 2020, gli scenari sono due: se si rientrerà in classe entro il 18 maggio, possibili esami più completi con “commissione tutta interna con il presidente esterno”. Altrimenti, solo prova orale da sostenere con ogni probabilità online.

Nel caso si tornasse in classe entro questa data, e si avessero quindi quattro settimane di lezione, l’esame di maturità verrebbe svolto il 17 giugno con il tema di italiano, una prova nazionale uguale per tutti.

La seconda prova scritta invece sarà predisposta dalla singola commissione di esame. Il decreto stabilisce che le commissioni di esame siano composte dai professori interni e da un presidente esterno.

Maturità, mancano due mesi alla prova scritta: occorre una pianificazione completa per evitare gli errori

Ancora, però, mancano diverse certezze per docenti e studenti.

Innanzitutto occorre una attenta e dettagliata regolamentazione: si rischia molto dal punto di vista del contenzioso, la difformità non aiuterebbe ed esami e valutazioni hanno rilevanza giuridica.

Qualora gli esami fossero in presenza servono i dispositivi di protezione individuale per più di 500mila studenti oltre che per il personale scolastico interessato.

Bisogna anche capire che, se l’esame sarà online, bisognerà costruire l’intero percorso da zero con la garanzia di una copertura totale per ogni ragazzo che dovrà effettuare la prova scritta e orale anche qualora non avesse a disposizione un pc o una connessione. Così come afferma la segreteria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi: “Si potrebbe pensare a caserme o plessi scolastici o sedi degli uffici comunali dove far svolgere le prove, anche fosse il solo colloquio orale a distanza”

Chi dovrà prendersi carica di fare le prove online? Forse il Cineca, ma su questi dettagli ancora il Ministero dell’Istruzione non ha dato risposta. Quello che è certo è che bisognerà stare molto attenti e fare in modo che non ci siano errori.

Il tempo stringe, siamo a metà aprile e ci vuole una panificazione completa.

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