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Maturità da rifare a Spadafora, la docente incriminata è stata trasferita. Un collega: “Commessa leggerezza per troppo amore”

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Sta per concludersi, si spera, la vicenda dell’intera classe di un liceo di Spadafora, nel messinese, i cui alunni hanno svolto gli esami di maturità in questi giorni per la seconda volta, dopo che le prove svolte qualche mese fa sono state annullate in seguito a irregolarità.

I ragazzi in questi giorni hanno dovuto rifare l’esame orale. Lo scorso luglio i genitori di una studentessa, al termine degli esami di Stato, insoddisfatti del voto della figlia, avevano presentato una denuncia, puntando il dito contro una docente di storia e filosofia, che a quanto pare avrebbe aiutato alcuni alunni.

Il disagio di un’alunna che ha dovuto rifare l’esame

Critica la madre di un’alunna a La Repubblica: “La studentessa che ha denunciato è una delle migliori amiche di mia figlia – racconta nelle vesti di genitore e legale che ha difeso gli altri 10 ragazzi – Al termine degli esami di Stato, addirittura, erano partite assieme per un viaggio. E ha nascosto a mia figlia di avere già intrapreso un’azione legale. Il coraggio di denunciare? Ma quando mai. Se la ragazza aveva riscontrato delle irregolarità avrebbe potuto anche denunciare subito, senza aspettare i voti”.

Sua figlia è stata costretta a prendere un aereo, da Malta, per rientrare in Sicilia. Il suo secondo esame è stato brillantissimo. Come il primo, del resto: “Avevo preso 100 – ricorda – E spero che il mio voto venga confermato. Frequento un’università americana, a Malta, avrei dovuto sostenere un esame a Londra la scorsa settimana, ma non l’ho potuto fare. E anche i costi del viaggio sono stati considerevoli. Per fortuna, però, è andata”.

La docente incriminata adesso è stata trasferita in un liceo di Messina e rischia 6 mesi di sospensione. “Sbagliando – afferma un suo collega – a volte, metto un 5, anche se uno studente merita 4, per paura di ferire la sua autostima. La mia collega, forse, ha commesso una leggerezza, dovuta anche al troppo amore nei confronti degli studenti, a cui ci affezioniamo e a cui vogliamo bene. E ricordo che tantissimi anni fa, un uomo, estremamente buono, il più buono del mondo, che ha fatto solo del bene e che amava incondizionatamente tutti, è stato messo in croce. Ecco, nessuno andrebbe mai crocifisso. E spero che questa esperienza serva ai ragazzi anche per imparare ad amare il prossimo e a preferire il dialogo allo scontro”.

Un collaboratore scolastico, ha chiuso la giornata con una riflessione: “C’è di peggio – dice – È stata un’esperienza. Un’avventura che un giorno i ragazzi racconteranno con il sorriso sulle labbra. Adesso, per loro, arriveranno le vere e reali preoccupazioni, come trovare un lavoro e cercare di non farsi sfruttare da nessuno”.

La contorta vicenda

La vicenda risale al luglio scorso, quando, dopo la pubblicazione dei risultati finali, la famiglia di una studentessa decide di presentare ricorso, confortata forse anche dal fatto che già nelle settimane precedenti il ministro Valditara in persona era intervenuto per far rifare alcuni scrutini finali.

L’ufficio scolastico regionale dispone subito una ispezione che rileva alcune significative irregolarità che convincono l’amministrazione scolastica ad emanare un provvedimento di annullamento delle prove orali dell’esame. Lo scorso ottobre si è saputo che l’ispezione ministeriale aveva accertato una irregolarità particolarmente grave e di cui già da tempo si parlava all’interno dell’istituto e non solo: una docente della scuola, insegnante di storia e filosofia, avrebbe comunicato agli studenti della classe l’argomento con cui sarebbe iniziato l’esame orale. Alcune famiglie hanno provato ad impugnare la decisione dell’Usr Sicilia, ma non è servito a nulla.