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Mobilità 2024/2025, si complica fortemente la questione sui vincoli triennali dei docenti. Arriva una bocciatura alla proroga dei vincoli

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La questione sulla possibile proroga ai vincoli della mobilità per i docenti entrati in ruolo a partire dall’anno scolastico 2023/2024, si complica fortemente e genera una certa tensione politica tra Lega e Fratelli di Italia. La speranza dei docenti neoassunti e vincolati dal decreto legge n.44 del 22 aprile 2023 a permanere nell’attuale sede di titolarità, di vedere approvato un emendamento al milleproroghe volto a rinviare il vincolo della mobilità agli assunti del 2024/2025, si infrange nella bocciatura definitiva di tale emendamento e di una soluzione per via legislativa. Assume poco senso, qualche dichiarazione politica, nel disorientamento generale, di chi propone di risolvere il problema dei vincoli con la contrattazione integrativa di mobilità 2024/2025.

La norma dei vincoli per i neoassunti

Il DL 44/2023 ha modificato il comma 3 dell’art. 399 del DLgs 297/94 ove si prevede, a partire dall’anno scolastico 2023/2024 che i docenti neoassunti di tutti gli ordini e gradi di istruzione siano tenuti ad un vincolo di permanenza nella scuola di assunzione, nel medesimo tipo di posto/classe di concorso, per tre anni scolastici, compreso l’anno di prova. Al vincolo si deroga nei casi di sovrannumero o esubero o grave disabilità personale e di assistenza per fatti sopravvenuti successivamente al termine di presentazione delle istanze per la partecipazione al relativo concorso.

Tale norma è stata recepita nel CCNL scuola 2019-2021, dove, all’art.30 riferito alle materie di relazioni sindacali, c’è scritto chiaramente che a livello nazionale spetta la contrattazione integrativa per le procedure e i criteri generali per la mobilità professionale e territoriale, incluse le modalità di applicazione dell’art. 58 del D.L. 73/2021 , convertito in Legge106/2021, fatte salve le disposizioni di legge.

In buona sostanza questa norma contrattuale recepisce in pieno l’art.58 del decreto legge 73 del 25 maggio 2021, ovvero la norma legislativa che ha generato i vincoli triennali di mobilità per i docenti neoassunti. Ma c’è anche da sottolineare che al comma 8 dell’art.34 del CCNL scuola 2019-2021 è scritto che viene garantita la partecipazione alle procedure di mobilità volte al ricongiungimento con il figlio di età inferiore a 12 anni o, nei casi dei caregivers previsti dall’art. 42 del medesimo decreto, con la persona con disabilità da assistere. Analoga disciplina si applica per il personale indicato all’art. 21 della legge 104/1992.

In buona sostanza la contrattazione integrativa non potrà cancellare i vincoli, ma dovrà indicare le procedure e i criteri generali per l’applicazione dei vincoli della mobilità dei docenti.

Emendamento bocciato dall’Europa

I motivi che avrebbero spinto la maggioranza a bocciare l’emendamnto di proroga dei vincoli della mobilità, semprerebbero risiedere su un “no” proveniente da Bruxelles e che avrebbe generato tensioni tra la Lega e l’esponente di Fratelli di Italia Raffaele Fitto responsabile del Ministero per gli Affari europei.

Sulla problematica della deroga dei vincoli era intervenuto, non meno di una settimana fa, il Responsabile Scuola della Lega, Mario Pittoni, che in un suo post facebook così aveva scritto: “Si lavora di sponda col ministero per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella speranza di ottenere pure quest’anno il via libera alla deroga sul vincolo di permanenza dei docenti in un certo territorio, spesso a centinaia di chilometri da casa, vista anche la necessità di allinearsi alla revisione del Pnrr che ha comportato la rivisitazione delle scadenze. Ricordo che il vincolo incombe come un’autentica spada di Damocle sull’equilibrio familiare ed economico di decine di migliaia di insegnanti (che arrivano pure a rinunciare al ruolo), senza peraltro garantire agli studenti la “mitica” continuità didattica che il Governo precedente ha legato agli obiettivi del Pnrr. Il tutto in attesa di riuscire a convincere Bruxelles sui limiti del vincolo che a mio parere, se davvero si punta alla continuità didattica, andrebbe sostituito con incentivi e stabilizzazioni”.