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“Oggi vi mortifico”: a giudizio la prof accusata di umiliare gli studenti in classe

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Una docente della provincia di Taranto, 61 anni, è finita al centro di un caso giudiziario che solleva interrogativi importanti sul benessere scolastico e sul rispetto della relazione educativa. Secondo quanto emerso dalle indagini della procura, la professoressa avrebbe instaurato in aula un contesto oppressivo, fatto di continue umiliazioni, linguaggio volgare e atteggiamenti intimidatori nei confronti degli studenti.

Come riporta il Corriere, i fatti risalgono allo scorso anno scolastico. Tra le segnalazioni più gravi c’è quella presentata dai genitori di una studentessa, che hanno denunciato un’escalation di offese e umiliazioni rivolte ripetutamente alla figlia. Frasi come “non colleghi la lingua al cervello” o “non fare la cervellona” avrebbero generato nella ragazza un costante stato d’ansia, fino a spingerla all’isolamento all’interno della classe.

Secondo l’accusa, il comportamento dell’insegnante andava ben oltre il tono severo: avrebbe rivolto a tutta la classe minacce e avvertimenti con frasi come “oggi vi mortifico” o “vi faccio vedere come vi metto in soggezione”. Alcuni studenti sarebbero stati sottoposti a prove scolastiche umilianti, come interrogazioni a occhi chiusi con risposte da dare in pochi secondi. Nonostante la gravità del contesto, solo una famiglia ha sporto denuncia.

Questo dettaglio apre ora un potenziale nodo processuale: l’avvocato della docente ha sollevato l’obiezione che la procura avrebbe dovuto notificare l’avvio del procedimento anche agli altri genitori, poiché i presunti maltrattamenti avrebbero coinvolto l’intero gruppo classe. L’assenza di questo passaggio potrebbe compromettere l’incidente probatorio.

La richiesta di rinvio a giudizio della docente è stata formalizzata dal pubblico ministero. Ma prima ancora dell’esito giuridico, la vicenda pone al centro una riflessione urgente: cosa accade quando viene meno il patto educativo tra insegnante e studenti? E quanto può incidere, sul piano emotivo e formativo, un clima d’aula percepito come ostile?