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Per la prima volta tanti concorsi per lavorare nella scuola: lo ricorda il ministro Valditara

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Fra le diverse “prime volte” della politica scolastica scolastica del Governo Meloni c’è anche quella del gran numero di concorsi attivati per consentire nuove assunzioni nella scuola.
Lo sottolinea il ministro Giuseppe Valditara nel corso di una intervista rilasciata al Messaggero.
Fra gli obiettivi che il Ministro rivendica di aver raggiunto c’è appunto quello di essere riusciti a bandire concorsi che permetteranno al sistema scolastico di tornare a funzionare in modo adeguato.

Praticamente non c’è profilo professionale che non sia in qualche modo coinvolto da questa maxi-operazione: si va dai concorsi a cattedre per tutti gli ordini di scuola fino ai concorsi per assumere DSGA, dirigenti scolastici e anche dirigenti tecnici (i cosiddetti “ispettori”).
E, nelle intenzioni del Ministro, c’è l’idea che almeno i concorsi per docenti dovranno essere d’ora innanzi banditi ogni anno.
Poco importa se i desideri della politica fanno a pugni con la realtà, dal momento che, tecnicamente, anche accelerando i tempi al massimo, un concorso a cattedre non può in alcun modo durare meno di due anni; le fasi sono tante e tutte richiedono tempo e attenzione per evitare errori che potrebbero compromettere la regolarità della procedura: bando, presentazione delle domande, eventuali prove preselettive, prova scritta, orale, valutazione del dei titoli, graduatoria. E poi ci sono sempre i tempi per i ricorsi e così via.
Da un paio di anni a questa parte si è provato a ridurre i tempi sostituendo la vecchia prova scritta tradizionale con un test di quesiti a scelta multipla a correzione immediata. Ciononostante i tempi complessivi continuano ad essere lunghi.
Per i concorsi a posti di dirigente scolastico è difficile pensare a tempi inferiori ai tre anni, sempre sperando che la procedura non subisca intoppi dovuti a ricorsi o a inchieste amministrative o giudiziarie, come spesso è accaduto ultimamente.
Per il concorso per dirigenti tecnici sarebbe già un successo se si riuscisse a concludere entro il 2027, tenuto conto che il precedente era durato 4-5 anni o forse più.
Senza poi considerare che gran parte degli stessi docenti sembra non essere molto contenta di concorsi ravvicinati.
Basta vadere cosa sta accadendo con il concorso PNRR2 molto contestato da quanti avevano superato i concorsi precedenti che non prevedevano graduatorie di merito o “ad esaurimento”.
Legittimamente, insomma, il Ministro appare soddisfatto per questa ennesima sua “prima volta” ma non è detto che la stessa soddisfazione la provino coloro che lavorano nella scuola o che aspirino ad entrarvi.