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Più scuola dell’infanzia per ridurre il rischio della dispersione

“La scuola dell’infanzia va sostenuta e valorizzata anche perché rappresenta una opportunità decisiva per prevenire i rischi di abbandono scolastico e di esclusione sociale”: lo sostiene il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola che proprio in questi giorni ha scritto al ministro Francesco Profumo chiedendo di essere convocato per poter illustrare una serie di proposte concrete che vanno nella direzione della generalizzazione della scuola dell’infanzia, della piena attuazione dell’autonomia scolastica e della definizione di idonei standard di funzionamento.
Il Coordinamento, nato nel 1995, rappresenta una esperienza del tutto unica nel panorama dell’associazionismo scolastico in quanto riunisce le cinque storiche Associazioni Professionali della scuola (Aimc, Andis, Cidi, Fnism, Mce) e le quattro maggiori organizzazioni sindacali (Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola e Snals).
In questa circostanza il Coordinamento sottolinea che la scuola dell’infanzia italiana è da anni esempio di pratiche all’avanguardia per qualità di esperienze e percorsi sperimentali ed è riconosciuta a livello internazionale per il suo indiscutibile valore pedagogico.
“Ma – rimarca ancora il Coordinamento – negli ultimi anni ha visto però stravolgere il proprio profilo: il blocco del processo di generalizzazione, i tagli al personale ATA e, da quest’anno, anche al personale docente, la drastica riduzione di risorse finanziarie e materiali, la difficoltà degli Enti Locali a mantenere gli interventi già in atto mettono in seria difficoltà il buon funzionamento delle scuole, mentre si prefigurano effetti aggravanti per le verticalizzazioni”.
Il Coordinamento punta il dito soprattutto contro la riduzione degli orari di funzionamento, sull’inserimento incontrollato di bambini anticipatari, sulla diminuzione delle ore di compresenza e sull’allungamento delle liste di attesa.
“I recenti interventi sulle pensioni – protestano sindacati e associazioni – innalzando l’età lavorativa delle donne determinerà scarti tra docenti e bambini anche di 67 e più anni, con gravi ricadute sul clima educativo nelle sezioni, sulla esigenza di stabilità socio affettiva dei bambini e sulle attività ludiche formali ed informali”.
Che fare, in questo contesto ?
Il Coordinamento ritiene che si debba intervenire al più presto dedicando risorse adeguate ed estendendo su tutto il territorio nazionale la scuola dell’infanzia e sostenendo la diffusione di servizi educativi di qualità per la prima infanzia. E chiede al Ministro di dare un segnale forte in questa direzione.

Reginaldo Palermo

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