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Pnrr e palestre: 1 scuola ogni 4 non ne ha. In arrivo 400 nuovi edifici

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Secondo i dati dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica il 17,1 per cento delle scuole del primo ciclo non dispone di palestre o strutture sportive. Percentuale che sale al 23,4 per cento nelle regioni del sud e che sale ulteriormente al 38,4 per cento (sempre al sud), se prendiamo in considerazione anche le scuole del secondo ciclo di istruzione.

Il 28,2% è invece il dato nazionale medio che somma scuole primarie e secondarie. Se pensiamo a questo 28,2%, è come dire che 1 scuola su 4, all’incirca, non ha palestra. Parliamo di percentuali che riguardano istituti principali con nessun edificio dotati di palestra o adibito a palestra.

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In questo contesto il Pnrr si pone l’obiettivo di colmare questo gap, incrementare gradualmente l’offerta di attività sportive anche a cominciare dalla maggiore disponibilità di strutture e ridurre i divari territoriali per dare opportunità formative e di crescita uniformi su tutto il territorio nazionale a studentesse e studenti.

Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive anche per contrastare fenomeni di dispersione scolastica nelle aree maggiormente disagiate. E si chiarisce: Tali edifici verranno anche dotati di tutte le attrezzature sportive necessarie moderne e innovative e caratterizzate anche, lì dove possibile, da alta componente tecnologica, per essere resi immediatamente utilizzabili e fruibili da scuole e territorio.

Palestre e tempo pieno a scuola

Un intervento che avrebbe effetti diretti anche sul tempo pieno e di conseguenza sulla dispersione scolastica, principalmente nelle aree più svantaggiate del Paese. Infatti, non si tratta solo di allungare il tempo scuola – si legge nel Pnrr – ma di ripensare l’intera offerta formativa di una scuola aperta al territorio, anche introducendo attività per il potenziamento delle competenze trasversali delle studentesse e degli studenti soprattutto del primo ciclo di istruzione.

Inoltre, ulteriore conseguenza dell’intervento, la possibilità di mettere a disposizione dell’intera comunità territoriale tali strutture sportive, nuove o riqualificate, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali. Un’apertura della scuola al territorio, dunque, come nelle intenzioni più volte ribadite dal ministro dell’istruzione Bianchi.

Il piano di investimento

Il piano di investimento di Palazzo Chigi si incrocia con la strategia del PON “Per la scuola”, volta a perseguire la qualità e l’equità del sistema di istruzione e a consentire un ampliamento e un potenziamento dell’offerta curricolare.

Si legge nel documento: Le azioni aggiuntive previste dal Programma operativo nazionale PON “Per la Scuola” 2014-2020 – Fondo europeo per lo sviluppo regionale – per le scuole delle regioni in ritardo di sviluppo e le ulteriori risorse che si renderanno disponibili per la programmazione 2021-2027, consentiranno di intervenire sinergicamente per colmare il gap attualmente esistente e garantire a tutte le scuole le medesime opportunità di investimento, di potenziamento dell’offerta formativa e anche di estensione del tempo scuola.

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