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Pnrr, gli investimenti in strutture, infrastrutture, edilizia coprono davvero il fabbisogno del Paese?

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Al Pnrr non sono legate solo le riforme scolastiche ma anche gli investimenti in strutture e infrastrutture. Ciò che non viene finanziato con il Pnrr – è il caso di ricordarlo, dato che in campagna elettorale è stato sostenuto il contrario – sono gli stipendi. L’Europa ci viene in supporto con fondi che dovranno essere investiti una tantum, per migliorare il sistema scolastico, non per pagare gli stipendi al nostro personale. Come ha più volte spiegato il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, “per interventi stabili e duraturi nel tempo, gli Stati (e quindi anche l’Italia) dovranno fare leva su risorse proprie. Si è parlato per esempio in questi mesi anche di usare i fondi del PNRR per favorire la diffusione del tempo pieno, ma è bene chiarire che con i fondi europei si potranno adeguare gli spazi scolastici, realizzare mense o acquistare scuolabus ma l’aumento degli organici dovrà essere fatto con risorse ricavate dal bilancio dello Stato”.

Quali investimenti contano sul Pnrr?

Come è possibile constatare, l’investimento che potrebbe davvero fare la differenza è quello relativo agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, su cui il Governo punta anche per aumentare l’occupazione femminile in Italia, in termini di insegnanti assunte e di donne che potranno fare affidamento sui nidi per tornare alle proprie professioni.

Anche in questo caso, come in quello delle riforme scolastiche, parliamo di 6 ambiti:

  1. Nuove scuole innovative e sostenibili. Col Pnrr verranno realizzate 195 scuole nuove di zecca su oltre 8mila scuole a cui fanno capo 40mila sedi. L’esecuzione dei lavori, che conterà su uno stanziamento di 800 milioni di euro, inizierà non prima del 2024-2025, per portare in classe gli alunni, se tutto dovesse andare bene, a settembre 2026-2027.
  2. Asili nido e scuole dell’infanzia. Dei 17,59 miliardi di euro per la scuola dal Pnrr, 4,6 miliardi sono destinati agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, per 1800 interventi di edilizia scolastica e 264mila nuovi posti, che stavolta, se pensiamo agli 800mila bambini attualmente ospitati nelle scuole dell’infanzia statali, sono numeri estremamente rilevanti.
  3. Palestre. Ad esse sono destinati 300 milioni di euro, per lavorare su un totale di 400 edifici, nuovi o adattati, oltre 230mila mq da riqualificare o costruire ad hoc. Conclusione dei lavori attesa per il 2026.
  4. Mense. Alle mense sono destinati, in vista dell’estensione del tempo pieno nelle aree del Paese attualmente sprovviste, 400 milioni di euro per 1000 spazi aggiuntivi o riqualificati.
  5. Innovazione dentro gli istituti già esistenti. Alla scuola 4.0 è destinata una quota importante dei fondi del Pnrr, 2,1 miliardi per accompagnare la transizione digitale delle scuole, che viaggia sui laboratori informatici di livello professionale e su 100mila aule innovative, trasformate in ambienti di apprendimento di ultima generazione.
  6. Messa a norma degli istituti scolastici. Un’altra quota rilevante del Pnrr va alla messa in sicurezza delle scuole, cui sono destinati 3,9 miliardi, per 2.158 interventi di edilizia scolastica, che tuttavia, in relazione agli oltre 40mila edifici del nostro Paese è una goccia nel mare.