Home Precari Precari sempre più ultima ruota del carro, dopo le assunzioni salta l’indennità...

Precari sempre più ultima ruota del carro, dopo le assunzioni salta l’indennità di disoccupazione. Flc-Cgil: è accanimento

CONDIVIDI

Da sempre il precario può contare sulle leggi che lo indennizzano nei periodi di mancato lavoro e su quelle che gli permettono di abilitarsi alla professione, come di essere stabilizzato. In un solo colpo, il Parlamento starebbe limitando questi diritti.

A denunciarlo è la Flc-Cgil, che parla di “accanimento contro i precari”, poiché nella fase di conversione del Decreto Rilancio sono state approvati degli emendamenti che cancellano il diritto all’indennità di disoccupazione, mentre viene respinta la richiesta di procedura per assumere specializzati di sostegno agli alunni disabili.

Precari licenziati senza diritto all’indennizzo

Il sindacato guidato da Francesco Sinopoli sostiene che “in relazione all’emergenza Covid si parla della possibilità di attivare fino a 50 mila posti aggiuntivi di docenti e Ata con supplenze temporanee, lavoratori che però saranno licenziati senza diritto ad alcun indennizzo in caso di nuovo lockdown”.

Inoltre, è stato stralciato dalla commissione Bilancio della Camera l’emendamento – di ispirazione leghista, ma anche dello stesso M5S – che prevedeva la possibilità di una procedura semplificata per assumere i docenti specializzati su sostegno: “questo significa che migliaia di cattedre di sostegno rimarranno scoperte per ancora due anni, il tempo previsto per l’espletamento del concorso ordinario.

Poche assunzioni in arrivo

Ma non è finita. Perché è un dato di fatto che di assunzioni quest’anno se ne faranno molte meno (si stima circa 25 mila) delle oltre 80 mila richieste dalla ministra Lucia Azzolina al ministero dell’Economia.

Una circostanza che ha diverse motivazioni, l’ultima delle quali è stata la scelta dell’attuale Governo di opporsi alle assunzioni per soli titoli, caldeggiate peraltro anche da LeU, parte del Pd e a spada tratta dai sindacati.

“Avevamo chiesto di stabilizzare i precari entro settembre e invece nel Decreto Scuola le assunzioni sono state addirittura rinviate al prossimo anno – dice ora la Flc-Cgil – . Il concorso straordinario per i docenti con tre anni di insegnamento è stato complicato a tal punto che non può più essere definito straordinario. Per gli specializzati sul sostegno prima vengono presentati emendamenti di maggioranza per assumerli e poi gli stessi emendamenti vengono bocciati”.

Concorsi fuori tempo

Nel frattempo è partito, un po’ a sorpresa il rinnovato concorso straordinario della secondaria, sul quale anche la Cisl Scuola ha avuto da ridire per via della tempistica sbagliata per la presentazione di un concorso che si svolgerà non prima dell’autunno e quindi con effetti solo nel 2021.

Ora, il sindacato dei lavoratori della Conoscenza della Cgil rincara la dose, parlando di procedura “maldestramente” concentrata “tra luglio e agosto”, che somma “domande urgenti come quelle sulle graduatorie per supplenze, a istanze che potevano essere rimandate”.

Il ministero dell’Economia detta la linea

Ancora una volta, continua la Cgil, a dettare l’agenda della Scuola e del reclutamento del personale è il Mef.

“La linea politica del Ministero dell’Istruzione sembra dettata dalla Ragioneria dello Stato, tutto è fatto in modo da generare il massimo risparmio, senza riguardo per i diritti degli alunni e calpestando principi fondamentali di tutela del lavoro e della salute”, chiosa la Flc-Cgil.

Ripartenza in alto mare

Nel frattempo, conclude il sindacato, “vediamo una pianificazione lacunosa e improvvisata della ripartenza, con misure inadeguate in termini di organici, risorse e interventi architettonici, responsabilità scaricate sui dirigenti e sui collegi dei docenti. In mancanza di indicazioni su questioni fondamentali, come gli orari di apertura delle scuole o la gestione delle mense, ogni scuola si sta muovendo per conto proprio, deliberando le più varie decisioni su DAD, gestione dei locali e del tempo scuola”.

Tutti motivi per i quali le associazioni dei genitori sono tornate a scendere in piazza nella giornata di oggi in diversi capoluoghi di provincia.