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Recupero degli apprendimenti: il docente curricolare può delegare un collega [RIVEDI LA DIRETTA]

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Nell’appuntamento di Tecnica della Scuola Live del 10 febbraio abbiamo parlato di scrutini di fine quadrimestre e di valutazione degli apprendimenti degli alunni, ma anche di un primo bilancio dell’efficacia delle attività didattiche nell’alternarsi in presenza, a distanza, parzialmente in presenza, in un clima di perenne provvisorietà che rende difficile mantenere sempre alta la qualità delle modalità dell’offerta formativa.

Gli ospiti della diretta, la DS Anna Maria Di Falco e l’esperto di normativa scolastica Lucio Ficara, ci hanno spiegato in cosa consistono il PAI, acronimo che sta per Piano di Apprendimento Individualizzato, e il PIA, il Piano di Integrazione degli Apprendimenti, che costituiscono le due modalità di recupero formativo predisposti dal Ministero dell’Istruzione per far fronte alla pandemia e alle sue criticità (gap degli apprendimenti, dispersione scolastica, ecc.)

Quali fondi e quali docenti per implementare i piani di recupero degli apprendimenti?

La Dirigente Anna Maria Di Falco spiega che nel caso in cui il docente curricolare non avesse il tempo o per qualunque motivo non potesse occuparsi di persona del recupero degli alunni, è possibile delegare un collega dell’istituto, a patto che sia indicato in modo molto dettagliato il piano di recupero destinato al ragazzo. In ogni caso, il giudizio finale spetterebbe poi al docente curricolare.

Quanto ai fondi per finanziare le attività, nel caso in cui non rientrino nella didattica ordinaria, dovranno essere finanziate col fondo unico del MOF, nella parte che compete al fondo di istituto. Esso peraltro è destinato esclusivamente ai docenti interni per il miglioramento dell’offerta formativa e non può andare a retribuire esperti esterni. Dunque è necessario che i docenti pianifichino a monte dei progetti, che saranno poi finanziati dal fondo di istituto.

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Implementare i piani di recupero

Quali modalità didattiche per l’implementazione dei Piani di recupero?

La Dirigente Di Falco suggerisce di optare per soluzioni che siano diverse dai corsi pomeridiani di recupero, oggi di difficile attuazione per via delle numerose ore trascorse dagli alunni davanti al computer per la didattica curricolare. Il recupero in itinere, infatti, non è sempre di facile attuazione perché l’unità oraria con la didattica a distanza non sempre coincide con l’ora di sessanta minuti, anche per concedere uno stacco agli alunni nell’arco delle ore mattutine.

Un’alternativa potrebbe essere quella di reimpostare la didattica a livello organizzativo e metodologico:

  • a livello organizzativo potrebbe essere utile non rimanere ancorati alla classe chiusa e inamovibile, ma aprirla, come suggerisce anche il Piano scuola ministeriale 2020-2021, in alcune ore settimanali precedentemente concordate a gruppi di alunni di classi parallele o in verticale, per lo svolgimento di attività di recupero/ approfondimento/ preparazione di materiali, sotto la guida e la supervisione di ciascuno dei docenti delle classi coinvolte.
  • A livello metodologico concordare tra consigli di classe i nodi concettuali essenziali da esplicitare agli alunni per far comprendere il significato intrinseco di ciascuna disciplina e rendere chiari i nessi logici che legano un nodo all’altro, anche tramite approcci didattici singoli o in codocenza che possano sollecitare domande e problemi, piuttosto che la trasmissione di saperi codificati da apprendere mnemonicamente.

Un valore aggiunto proviene dalle piattaforme e learning attivate in tutte le istituzioni scolastiche che danno la possibilità di ampliare il tempo scuola mediante attività didattiche in modalità sincrona e asincrona, blog, classi virtuali, disponibilità per gli alunni di materiali didattici esplicativi e di prove per esercitazioni.