Il Ministero dell’Istruzione ha incontrato nella mattina del 19 aprile le organizzazioni sindacali sul tema della riapertura delle scuole e del rientro in presenza al 100% dal 26 aprile, alla luce del protocollo di sicurezza, che il MI, peraltro, sta valutando di riaggiornare, previa consultazione del CTS.
Un incontro che le parti sindacali non giudicano particolarmente soddisfacente. Il ritorno in classe per i ragazzi di ogni ordine e grado di scuola (almeno in zona gialla e arancione), infatti, voluto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi con il benestare del ministro della Salute Roberto Speranza, continua a preoccupare il personale della scuola, specie in considerazione del fatto che non molti cambiamenti sono stati apportati sul fronte della sicurezza, con il paradosso che la campagna di vaccinazione dedicata al personale scolastico è stata bloccata.
A margine dell’incontro al MI, Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL denuncia: “Ci troviamo davanti a un atto di volontà politica non supportato da condizioni reali. Prima di decidere la riapertura al 100% in presenza bisogna riprendere subito la campagna di vaccinazione, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti, anche a campione, valutare i dati dei vaccinati, ancora non disponibili. In caso contrario non c’è alcuna garanzia per studenti e personale scolastico”.
La FLC CGIL chiede anche: che vengano forniti i dati esatti relativi alla quantità di personale vaccinato, con prima o seconda dose; che vengano potenziati i trasporti; che le scuole possano auto organizzarsi circa gli orari di ingresso e d’uscita, la durata delle lezioni e quant’altro occorra per garantire il lavoro e le lezioni in sicurezza.
La FLC CGIL chiude con la richiesta al Governo di tornare sui propri passi, per rimettere in discussione l’idea del ritorno in classe del 26 aprile fintanto che le condizioni di sicurezza appena esposte non vengano implementate.
Il segretario di UIL scuola, Pino Turi, interviene sullo stesso argomento e rincara la dose di critiche nei confronti del Governo: “A questo tavolo una riflessione va posta: per aprire le scuole c’è una volontà politica. Ma vediamo solo questa. Siamo stati sempre per una scuola in presenza, ma in sicurezza.”
E ancora: “Se per aprire i ristoranti e le pizzerie dobbiamo aprire le scuole (senza garanzia di sicurezza), che non possono arrivare dopo – ha osservato in modo provocatorio Turi – c’è un problema politico da risolvere: programmare per tempo. Ci vogliamo chiedere quali interventi sono stati messi in campo? Cosa è cambiato rispetto a prima? Pensiamo al tracciamento che non è stato mai realizzato. I tamponi salivari ci sono, non ci sono? Che cosa possiamo rispondere?”
“Il 26 è alle porte, servono azioni urgenti. Per l’Esame di Stato si può mantenere il protocollo già utilizzato lo scorso anno, che ha funzionato bene. Bisogna guardare a settembre.”
“Una riunione del tutto inconcludente, che lascia invariata la situazione sul fronte sicurezza e non accoglie le nostre istanze”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che chiude sull’incontro di oggi con un bilancio decisamente negativo.
“L’Amministrazione – spiega il coordinatore nazionale – ci ha riferito che, in mancanza di una richiesta di modifica da parte del Comitato Tecnico Scientifico, resteranno in vigore i protocolli dell’anno scorso, ovvero gli stessi, va sottolineato, che non sono stati applicati perché i relativi tavoli previsti non sono mai stati convocati. Non c’è alcuna traccia dei tamponi salivari, il tracciamento dei contagi è un miraggio e ben poco è stato fatto per quanto riguarda aule e organico. Appare evidente, dunque, che la riapertura delle scuole rappresenta una scelta politica assunta dal governo senza il supporto di evidenze scientifiche né di interventi mirati.”
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