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Rientro a scuola, le regioni possono disporre la DaD ignorando il nuovo decreto?

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Alcune regioni cercano di raggirare la disposizione del Governo Draghi che dispone il rientro in classe per tutti salvo casi eccezionali, ma possono farlo? Se sì, in quali casi?

Cosa stabilisce la legge

Le disposizioni del nuovo decreto del Governo normano le diverse tipologie di quarantena per grado di scuola come abbiamo più volte spiegato.

Lo stesso decreto, tuttavia, rinvia anche al DECRETO-LEGGE 6 agosto 2021, n. 111 (convertito in L.133/2021) che all’articolo 1 comma 4 chiarisce in quali precisi ed eccezionali casi i presidenti di Regione, i sindaci o comunque gli amministratori locali possono derogare al vincolo della scuola in presenza ricorrendo alla DaD generalizzata in interi territori.

Ecco quanto leggiamo nel comma in questione: Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, i Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e i Sindaci possono derogare, per specifiche aree del territorio o per singoli istituti, alle disposizioni di cui al comma 1 esclusivamente in zona rossa e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica.

 Naturalmente il termine del 31 dicembre 2021 indicato allora come cessazione dello stato di emergenza, nel frattempo è stato prorogato al 31 marzo 2022.

La Sicilia

Intanto dalla Campania alla Sicilia passando per la Puglia si tenta di fare slittare il rientro in classe con soluzioni differenti. In Sicilia, ad esempio, dopo la riunione della task force regionale, il governo Musumeci ha rinviato la riapertura delle scuole di tre giorni ricorrendo al prolungamento delle vacanze natalizie.

La Campania

Con un’ordinanza il governatore della Campania De Luca ha disposto la sospensione dell’attività didattica in presenza fino al 29 gennaio per le scuole dell’infanzia, elementari e medie. Provvedimento già impugnato dal Governo.

La Puglia

“Le Regioni hanno, invano, richiesto un posticipo della riapertura per avere il tempo di completare le vaccinazioni degli studenti e in particolare quelle dei più piccoli, ma il governo sul punto è stato irremovibile” ha scritto su Facebook il governatore della Puglia, Michele Emiliano. “Il governo italiano, nonostante i rischi epidemiologici legati all’ancora basso livello vaccinale dei bambini da 5 a 11 anni, ha deciso di far riprendere le lezioni in presenza da lunedì 10 gennaio. Le vostre preoccupazioni sulla riapertura della scuola sono anche le mie e quelle dei presidenti delle Regioni italiane”.

La Liguria

Di diverso avviso il presidente della regione Liguria. “Sono sicuro che domani ma anche nelle prossime settimane ci sarà confusione. Tenere tutto aperto ma chiudere le scuole sarebbe non solo un brutto segnale ma sarebbe anche poco utile”, ha detto il presidente della Liguria, Giovanni Toti. “Se chiudessimo le scuole, poi, comunque, i ragazzi andrebbero a giocare al calcio, uscirebbero con gli amici o andrebbero a mangiare la pizza – ha aggiunto Toti – quindi chiudere sarebbe surreale. Credo che si farà un vaccino anti Covid tutti gli anni, che il virus debba circolare”.

Le Marche

E anche nelle Marche ci si adegua ai provvedimenti del Governo Draghi. Il presidente della Regione Francesco Acquaroli, infatti, annuncia che la sua amministrazione rispetterà le “regole che ci vengono indicate dallo Stato”.

La Calabria

“Forse sarebbe stato opportuno differire la riapertura delle scuole di 15 giorni. Non è stato così, ma non è tempo di polemiche”, ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Calabria.

Il Veneto

“Come Regioni abbiamo chiesto il rinvio. Non voglio rompere nessun fronte, all’ultima riunione ho posto una questione che è stata messa nero su bianco: evitiamo di andare in ordine sparso, ma la comunità scientifica deve pronunciarsi” e “un rinvio di 15 giorni non vuol dire perdere il campionato. Il problema è che il risultato sarà che da lunedì avremo un sacco di classi in Dad, orari ridotti, ci trascineremo per una settimana e poi probabilmente si dovrà intervenire. Ci vuole una regia, ma qui i presupposti sono scarsi. E se le condizioni per aprire rimangono queste, senza ipocrisia: non siamo in grado di reggere”. Così il presidente della regione Veneto Luca Zaia.