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Riforma della scuola: la Cei lancia un accordo bipartisan

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Sulla riforma della scuola al di là del muro contro muro politico si comincia ad intravedere qualche tentativo di mediazione. L’ultimo in ordine cronologico è stato fatto dal Consiglio nazionale della scuola cattolica, organismo della Cei, la Conferenza episcopale italiana, che il 29 marzo ha proposto un “patto bipartisan che coinvolga l’intera comunità scolastica su pochi ma veramente condivisi principi ispiratori di fondo”. La proposta dell’episcopato italiano è stata formulata all’interno del documento “La riforma del sistema educativo e le prospettive del Paese”: nel documento si sottolinea come da parte cattolica non si vogliono tutelare “interessi di parte, ma esclusivamente quelli dei giovani e delle famiglie e la promozione delle condizioni che rendono possibile un’assunzione di responsabilità condivisa da parte di tutte le componenti vive della società civile”.
Nel porsi come organo di dialogo aperto a tutti le componenti scolastiche ed interessate alla riforma, il Consiglio nazionale della scuola cattolica ha esternato comunque alcune priorità che la nuova scuola non può permettersi di trascurare: queste sono rappresentate dall’autonomia e dalla qualità educativa offerte agli alunni attraverso la ricerca “non solo – si legge nel documento – degli strumenti conoscitivi per trovare posto in una società fortemente caratterizzata dalla scienza e dalla tecnica, ma anche e soprattutto di una solida formazione umana nella crescita come persone, soggetti liberi, solidali e responsabili”.
Il documento affronta anche i problemi della formazione professionale (con particolare attenzione alle aree del disagio e alle fasce deboli) e della pari dignità del sistema dell’istruzione e formazione professionale: ciò che si auspica è il superamento delle “contrapposizioni e cercare il bene comune nell’interesse dei giovani e delle famiglie”. La via maestra indicata per raggiungere questo risultato è il “pluralismo istituzionale, sul diritto di scelta delle famiglie e sull’effettiva parità scolastica”. Un pluralismo istituzionale e culturale rappresentato da una pluralità di soggetti statali e non statali operanti nei rispettivi territori: “proponiamo perciò – spiega il documento scritto dall’organismo della Cei – l’attuazione di politiche nazionali e regionali che consentano l’esercizio pieno della libertà educativa delle persone e delle famiglie, che in Italia continua ad essere gravemente disattesa, pur essendo un diritto di tutti e non un privilegio di una minoranza”.
Nel documento si ribadisce anche il ruolo del tutto paritario della scuola privata rispetto a quella pubblica e il conseguente diritto al sovvenzionamento statale: “Nel sistema nazionale pubblico di educazione – fa sapere la Cei – il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione deve essere gratuito per tutti. Quindi il denaro erogato dallo Stato e dagli Enti locali alle scuole paritarie, cattoliche e laiche non è sottratto alla scuola pubblica statale, ma serve per realizzare le finalità generali delle politiche educative del nostro Paese”.
L’invito del Consiglio nazionale della scuola cattolica è stato immediatamente raccolto dal centro-sinistra, rappresentato da Maria Chiara Acciarini e Albertina Soliani, rispettivamente capigruppo Ds e Margherita nella commissione Istruzione al Senato, che hanno preferito tralasciare la parte delle sovvenzioni alle private soffermandosi invece sull’esigenza di cambiare in meglio l’istruzione: “Siamo d’accordo con la Cei – hanno fatto sapere le senatrici – la scuola italiana ha bisogno di un grande cambiamento per affrontare le sfide della società della conoscenza. Nel programma dell’Unione ci sono in tal senso una serie di indicazioni precise che vanno dal potenziamento dell’autonomia scolastica e dalla valorizzazione della professionalità degli insegnanti all’elevamento dell’obbligo costituzionale di istruzione a 16 anni e al potenziamento della cultura scientifica e tecnologica del paese”.
Il commento della proposta cattolica delle due senatrici si traduce nella promessa di revisionare a fondo la riforma Moratti: “La scuola italiana ha bisogno di investimenti massicci e di fiducia – hanno spiegato Acciarini e Soliani – e questa sarà la linea sulla quale l’Unione si muoverà, abrogando la legislazione vigente in contrasto con questo programma. La corsa alla scelta dei licei da parte delle famiglie italiane che sta avvenendo in questi giorni – continuano le due parlamentari dell’Unione – dimostra come il Paese stia chiedendo alla politica di dare più scuola e più cultura a tutti. L’atteggiamento delle famiglie ci sembra un punto di partenza molto significativo sul quale costruire una politica scolastica che tragga la sua forza non tanto da un accordo di vertice tra forze politiche diverse, ma dalla volontà del Paese di raggiungere un grande obiettivo comune: dare ai giovani italiani il sistema di istruzione e di formazione che permetta loro di affrontare con serenità il futuro”.