
Il conduttore e giornalista Massimo Gramellini ha commentato l’argomento scottante che riguarda la scuola di cui non si parla d’altro da ieri: le Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“Omero e Bibbia? Nostre radici”
Gramellini, nella sua rubrica su Il Corriere della Sera, ha commentato così: “Dimentichiamo per un attimo l’inutilità pratica di questo dibattito, dal momento che in Italia qualunque riforma scolastica, umanistica o scientifica, conservatrice o progressista, è destinata a scontrarsi con le disfunzioni di un sistema soffocato dalla burocrazia e affidato alla buona volontà di insegnanti sottopagati”.
Il giornalista è cauto: “Ma di per sé non c’è nulla di male nel far studiare la Bibbia e la storia dell’Occidente fin dalle elementari, o nel reinserire un’ora facoltativa di latino alle medie, come annunciato dal ministro dell’Istruzione. Un albero non cresce senza le radici — le nostre sono Omero e la Bibbia — ed è importante saper distinguere Alessandro Magno da Carlomagno, altrimenti si sarà indotti a pensare che sia tutto un magna-magna. Quanto al latino, è come la cyclette, che sembra una fatica inutile perché pedali e resti fermo, mentre in realtà ti stai facendo i muscoli con cui potrai scalare qualsiasi montagna”.
“Chiudersi peggiora le cose”
“Certo, il pacchetto Bibbia-Occidente-latino rivela un progetto ideologico. Il tentativo di opporsi a una scuola globalizzata che, in nome dell’inclusione, finisca per allevare degli apolidi privi di un’identità definita e di una memoria condivisa. Però bisogna intendersi: sapere chi sei è un bene, se ti aiuta a incontrare gli altri con meno paura. Non se diventa un’arma per contrapporti o un pretesto per isolarti. Da che mondo è mondo, chiudersi peggiora le cose; è aprirsi che le migliora. Lo testimonia la storia dell’Occidente e lo scrivevano già Seneca e Marco Aurelio. In latino”, ha concluso con ironia.
Le reazioni
Come abbiamo scritto, è al via una vera e propria rivoluzione della scuola. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha presentato ieri, in Consiglio dei Ministri, sotto forma di decreto, le Nuove Indicazioni Nazionali (i nuovi programmi), per il primo ciclo.
In sintesi, le novità che Valditara intende portare avanti sono:
- Possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media;
- Abolita la geostoria nelle superiori;
- Centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
- Più musica, letteratura, epica, Bibbia, filastrocche e grammatica alla primaria.
Inutile dire che tutti questi elementi hanno scatenato moltissime reazioni, tra chi loda Valditara per il coraggio di fare una riforma tanto attesa dei contenuti insegnati a scuola e, soprattutto, per l’attenzione allo studio del latino, tutt’altro che lingua morta. C’è anche chi, invece, lo sta criticando aspramente per “riportare indietro” la scuola italiana.