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Ritorno in classe, non sarà facile. Appello Conte-Azzolina anche agli alleati: serve uno sforzo collettivo

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Per il ritorno a scuola in presenza, senza più DaD, non basta lo sforzo che sta compiendo il ministero dell’Istruzione. Lo hanno fatto intendere, nella stessa giornata, parlando ai parlamentari, sia il premier Giuseppe Conte, sia la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Il messaggio sembrerebbe inviato non solo alle opposizioni, in particolare ai tanti governatori di destra, il cui ruolo pesa non poco nella gestione delle scuole, ma anche ai sindaci e ai responsabili delle province. Le parole odierne sembrano rivolte anche alle altre forze di Governo: in particolare, quindi, a Pd, Italia Viva e Leu, che nelle ultime settimane non hanno lesinato critiche, come del resto era già accaduto nel corso nella formazione dei decreti Scuola e Rilancio.

Dal premier e dalla ministra dell’Istruzione, quindi, è giunta la richiesta di maggiore compattezza, su una questione, la scuola, davvero complicata da risolvere.

Perché senza l’apporto di tutte le componenti, i problemi (come il distanziamento, la gestione organizzative delle entrate e uscite da scuola, i trasporti per arrivarci e tornare a casa, gli spazi e gli organici aggiuntivi) a settembre potrebbero essere davvero prendere il sopravvento.

Conte: presto oltre 10 milioni in classe

Durante un intervento in Aula, a Palazzo Madama, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto a ricordare che “sono più di dieci milioni di persone che dovranno rientrare nelle scuole in massima sicurezza, obiettivo che richiede sforzo collettivo elevato, una grande sfida per il Paese”.

Nel computo di coloro che da metà settembre torneranno a riempire le aule scolastiche, ma anche a gestire e ad insegnare negli spazi aggiuntivi, il premier ha quindi inserito pure 850 mila insegnanti e quasi 250 mila unità di personale Ata, oltre che più di 7 mila dirigenti scolastici.

Anche per loro, per i dipendenti della scuola, è infatti previsto il protocollo di sicurezza utile a prevenire contagi da Coronavirus. E il loro apporto sarà determinante per farlo rispettare da oltre otto milioni di alunni.

La ministra: lavorare a testa bassa per il bene di tutti

Di comunione di intenti ha parlato poi la titolare del MI, intervenendo alla Camera con una informativa urgente, sempre per il rientro a scuola a settembre.

“La scuola sta facendo squadra – ha detto Lucia Azzolina -, sta lavorando compatta. Sta dando una grande lezione di resilienza, unità, capacità organizzativa. Sta dimostrando ancora una volta il proprio valore a tutto il Paese, lavorando a testa bassa per il bene di tutti. Credo che la politica debba fare altrettanto”.

“In questa occasione, ancor più che in altre, lasciatemelo dire, credo debba stringersi attorno al tema della ripresa delle attività didattiche in presenza, che merita di essere affrontato con serietà e consapevolezza”, ha aggiunto la ministra.

 

I ringraziamenti al premier

Azzolina ha quindi tenuto a ringraziare l’esecutivo in carica e il premier: “Grazie al lavoro di tutto il Governo e alla tenacia e alla competenza del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a cui va il nostro ringraziamento, l’Italia ha oggi a disposizione uno strumento, quale il Recovery Fund, che consente di guardare al futuro del Paese con visione e speranza. Abbiamo l’occasione storica di farlo, rimettendo al centro la scuola”.

Si tratta, ha aggiunto, “di un’opportunità irripetibile che dovremo saper sfruttare, con la collaborazione di tutti. Dovremo investire nell’edilizia scolastica, per un Piano pluriennale destinato ad ammodernare gli edifici scolastici già esistenti e a costruirne di nuovi, per la creazione di ambienti innovativi di apprendimento”.

I fondi del Recovery Fund

I fondi del Recovery Fund, ha quindi aggiunto la ministra, serviranno sia “per investire nell’edilizia scolastica, per un Piano pluriennale destinato ad ammodernare gli edifici scolastici già esistenti e a costruirne di nuovi, per la creazione di ambienti innovativi di apprendimento”, sia “per la riduzione del numero di alunni per classe”.

“Basta con le classi sovraffollate, volgarmente dette classi pollaio. Dovrà essere varato un piano di formazione del personale scolastico in grado di assicurare qualità e innovazione”, ha sottolineato Azzolina. Un piano da realizzare con il più alto numero di consensi possibili.