Home Politica scolastica “School bonus” per incentivare gli investimenti privati

“School bonus” per incentivare gli investimenti privati

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Il Miur, scrive Il Sole 24 Ore, sta mettendo a punto le proposte da inserire nel “pacchetto Scuola”, ipotizzando anche una serie di interventi per sostenere, con incentivi normativi e fiscali, ogni investimento di una impresa o di un attore privato (fondazione o banca, per esempio) indirizzato a una scuola o a una rete di scuole (poli tecnico-professionali).
I tecnici del Miur pensano a una sorta di “school bonus”, cioè un bonus fiscale ad hoc a favore dei privati (per esempio tramite sponsorizzazioni) che potrebbe trovare immediata applicazione nell’opera di potenziamento e riqualificazione degli istituti scolastici, dei loro laboratori, per l’acquisto di nuove tecnologie, o per l’apertura prolungata del plesso.
Un altro strumento da poter mettere in campo si chiama “school guarantee”, che è pensato per l’impresa che investe risorse per finanziare l’alternanza scuola-lavoro o per potenziare un laboratorio. Potrà ricevere incentivi aggiuntivi allo “school bonus” se si dimostra il “successo formativo” dell’intervento in termini di maggior occupazione dei ragazzi. Si ipotizzano anche misure di incoraggiamento a meccanismi di crowdfunding (micro-finanziamento diffuso) per la scuola per coinvolgere anche i singoli cittadini e la collettività. Certo, si tratta di proposte onerose e le coperture sono ancora tutte da verificare, dicono dal Miur, «ma i ragazzi ci chiedono istituti aperti ad altre realtà e al territorio», sottolinea il sottosegretario Gabriele Toccafondi.
Tra le proposte che si studiano al Miur, scrive sempre Il Sole 24 Ore, c’è anche quella di potenziare l’alternanza scuola-lavoro per dare attuazione in Italia al modello duale tedesco.
A tale fine viene richiamata la necessità di rafforzare l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro negli istituti tecnici e professionali, utilizzando una quota cospicua dell’orario curriculare (si ipotizza un periodo di formazione in ambiente lavorativo di circa 600 ore totali nell’arco dell’ultimo triennio).
Il costo stimato per questo intervento è di 75 milioni di euro annui, che si potrebbero coprire utilizzando quota parte dei fondi strutturali. Per gli studenti dei licei, invece, si suggerisce di rafforzare il legame con il ministero dei Beni culturali per favorire il passaggio dei ragazzi dalle classi agli operatori del mondo della cultura e della conservazione dei beni artistici. Per coinvolgere, infine, le pmi e le imprese in aree del Paese meno sviluppate la proposta è quella di implementare lo strumento della “scuola bottega”.