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Sciopero 17 novembre: raggiunto un “accordo” fra Governo e sindacati (Cgil e Uil), 4 ore nei trasporti, giornata intera nella scuola

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Risolto, fra molte polemiche, il nodo della durata dello sciopero del 17 proclamato da Cgil e Uil, i due sindacati pensano adesso a come organizzare al meglio le manifestazioni previste per la giornata di venerdì.
Il problema maggiore riguardava il settore dei trasporti che, dopo un lungo braccio di ferro fra i sindacati e il ministro Matteo Salvini, si fermerà per 4 ore e non per tutta la giornata.
Resta lo stop di 8 ore o dell’intera giornata per pubblico impiego, sanità, scuola, università e ricerca, poste e servizi postali.

Nella scuola e nell’università si sommerà anche la protesta degli studenti che aderiranno ad una giornata di mobilitazione internazionale.
“A poco più di un anno dall’insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi per il diritto allo studio – sottolinea la Flc-Cgil di Gianna Fracassi – l’idea di scuola del Governo appare sempre più povera, divisa e precaria”.
La stessa segretaria generale spiega le ragioni della protesta: “Scioperiamo per contrastare il definanziamento dei settori della conoscenza in questo Paese. Nella scuola è in atto una vera e propria spending review che si tradurrà, col dimensionamento, in un taglio lineare che rischia di sguarnire il sistema dell’istruzione soprattutto nei territori più deboli come il Sud e le aree interne. Saremo in piazza anche contro il tentativo di privatizzare interi pezzi della conoscenza tramite l’entrata dei privati nella governance degli istituti con l’introduzione della nuova filiera tecnico-professionale. Una riforma che piega alle esigenze dell’imprese il sistema dell’istruzione negandone la vera funzione che è quella di formare cittadini critici e consapevoli”.
E poi c’è il tema dei contratti pubblici: “Le risorse in legge di bilancio per rinnovare i nostri contratti sono insufficienti e non si affronta il tema della stabilizzazione dei 200 mila precari della scuola. Un lavoro stabile è un diritto per il lavoratore e garantisce continuità e qualità dell’offerta didattica”.
Senza dimentica temi più strettamente politici ma che hanno ricadute importanti sul sistema scolastico: “Scioperiamo – ricorda Fracassi – perché riteniamo ingiusto e illegittimo il disegno di autonomia differenziata che è attualmente in discussione in Parlamento e che rischia di portare a un sistema fatto di tante scuole diverse, con i diritti a geometria variabile a seconda del territorio in cui si vive”.

Contro l’ideologia del “merito” del Ministro Valditara si schierano gli studenti.
Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti sottolinea: “Scendiamo in piazza il 17 novembre per portare all’attenzione della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale I diritti non si meritano, frutto di momenti assembleari e di confronto tra gli studenti di tutto il Paese. Ribadiamo che l’istruzione non si merita, è un diritto di base, e lo rivendichiamo con forza: il diritto ad un’istruzione completamente gratuita, con una legge nazionale sul diritto allo studio e almeno il 5% del PIL all’istruzione”.

E, per la Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola dichiara: “Ogni giorno il futuro della nostra generazione diventa sempre più precario. Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato”.

Oggi, giovedì 16 alle 14.30, di fronte alla sede nazionale della Cgil ci sarà anche una conferenza stampa per dare avvio al viaggio della carovana della Flc-Cgil “Stesso Paese, stessi diritti”.
All’evento prenderanno parte sia la segretaria generale della FLC CGIL Gianna Fracassi sia il segretario generale della Confederazione Maurizio Landini.
La carovana sarà un percorso a tappe attraverso tutte le Regioni d’Italia per affrontare i temi che sono alla base dello sciopero stesso.

Anche il Psi sostiene lo sciopero: “Il PSI scuola sostiene la protesta della FlcCGIL e della UIL scuola RUA del 17 novembre. La manovra pensata dal governo di destra non destina risorse sufficienti ad un contratto nazionale che possa restituire dignità al salario del personale scolastico. Il governo di destra sta per portare in Parlamento la regionalizzazione dell’Istruzione pubblica, una riforma destinata a spaccare culturalmente il Paese e socialmente la cittadinanza delle singole regioni. La destra al governo sta attuando un piano di dimensionamento degli istituti scolastici che ne riduce di quasi il 10% il numero e, così facendo, appesantisce il lavoro delle segreterie, dei dirigenti, dei docenti già oggi oberati da un inaccettabile ingiustificabile carico burocratico. Contestualmente, ma con la coerenza ideologica che ispira la destra, il governo sta cercando di utilizzare i fondi del PNRR per sostenere economicamente le scuole non statali. Noi socialisti siamo dalla parte della scuola pubblica e di tutti coloro che difendono i suoi lavoratori. Noi socialisti pensiamo che sulla scuola statale si debba investire, non risparmiare e per questo, senza bandiere per rispetto nei confronti degli organizzatori, saremo con chi il 17 novembre manifesterà a favore di una scuola pubblica efficiente ed in grado di educare tutti i nostri giovani su tutto il territorio nazionale”, così in un comunicato stampa Luca Fantò, Responsabile nazionale PSI Scuola.