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“Sentinelle anti gender” a scuola

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Starebbero passando col nome di «sentinelle antigender», perché si sono assunti il compito di raccogliere in tutte le scuole d’Italia le segnalazioni di abusi didattici ed educativi «di matrice gender». In altre parole difronte “all’introduzione, mascherata dalla nobile istanza della lotta alle discriminazioni e al bullismo, di progetti di matrice ideologica gender” in classe, il comitato “Difendiamo i nostri figli” ha istituito un Osservatorio nazionale dedicato al tema dell’educazione affettiva e sessuale. Le segnalazioni raccolte verranno poi portate al ministero dell’Istruzione e «formalmente denunciate».

Continua così la battaglia al gender a scuola portata avanti soprattutto dalle associazioni cattoliche e dalla destra, preoccupate che le teorie del gender vengano insegnate a scuola.

Sotto accusa in particolare è il comma 16 dell’articolo 1 della Buona scuola che assicura «l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni».

Nonostante la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini abbia ribadito che «chi ha parlato e continua a parlare di “teoria gender” in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola compie una truffa culturale», mandando perfino una nuova circolare a tutti gli uffici scolastici regionali per ribadirlo, e  il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone abbia tuonato «di un immotivato allarmismo basato su precise volontà di voler impedire il rispetto del diverso», il “Comitato Difendiamo i nostri figli”, promotore del Family Day a Roma lo scorso 20 giugno che portò in piazza centinaia di migliaia di persone, continua a non fidarsi e a rimanere profondamente dubbioso, anzi sarebbe convinto della “truffa”.

Nascerebbero da queste premesse le «sentinelle antigender». «Attualmente siamo impegnati in un proficuo dialogo con il ministero, ma auspichiamo collaborazione e impegno da parte dello stesso per assicurare alle famiglie italiane garanzie di una educazione chiara e libera da vincoli ideologici ribadendo il diritto-dovere dei genitori nella scelta del tipo d’istruzione da impartire ai propri figli».

Mentre gli studenti della Rete bollano le «sentinelle» come «una follia totale» e anzi chiedono «l’introduzione dell’educazione sessuale come materia», per il 4 dicembre, l’altra associazione pro-family,«La Manif Pour Tous Italia» appena rinominata «Generazione famiglia», ha indetto la «Giornata nazionale per il diritto di priorità educativa della famiglia», cioè un giorno in cui la famiglia si asterrà dal mandare i figli a scuola: «non in polemica ma per significare che nell’educazione, specialmente sessuale, affettiva e morale, viene prima la famiglia».