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Sindacati convocati dal Ministro, ma ci andrà solo Cisl-Scuola; gli altri pensano già allo sciopero

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Alla riunione convocata dal ministro Patrizio Bianchi per la prima mattina di giovedì 18 mancheranno i 4 sindacati che hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione (Cgil, Uil, Snals e Gilda).
La decisione viene spiegata in un comunicato di poche ore fa, molto chiaro già nel titolo (Perché domani non andremo alla riunione con il ministro Bianchi): “Il momento è particolarmente serio: il testo della legge di Bilancio non contiene le risorse necessarie per il rinnovo del contratto; le relazioni tecnica e politica spostano denaro da un capitolo all’altro, a parità di impiego di risorse e persone, con giustificazioni formali, offensive e gravissime nei confronti dei docenti; gli interventi normativi, come la mobilità del personale, vengono fatti a costo zero; l’organico Covid, strumento d’emergenza utilizzato in pandemia, viene prorogato per gli insegnanti ma non per il restante personale”.
La conclusione dei 4 sindacati è molto netta: “Nei mesi scorsi è stato firmato un Patto per la Scuola che è rimasto completamente inattuato nei modelli, negli obiettivi, negli investimenti. Ci aspettiamo un deciso cambio di rotta altrimenti la risposta non potrà che essere la mobilitazione generale della categoria”.

Il “non possumus” dei sindacati, ancorché legittimo e per certi aspetti comprensibile, appare piuttosto rischioso: se il Ministro Bianchi dovesse fare qualche concessione alla Cisl Scuola, che invece sarà presente al tavolo, Cgil, Uil, Snals e Gilda non potrebbero attribuirsi alcun merito, sarebbero anzi costretti a sminuire i risultati ottenuti dal sindacato di Maddalena Gissi e dovrebbero procedere nella vertenza.
Ma, a questo punto, andare avanti nella vertenza equivale a proclamare uno sciopero della categoria che potrebbe anche non trovare il consenso delle confederazioni: non dimentichiamo che due giorni fa, dopo l’incontro con il Mario Draghi, lo stesso Maurizio Landini non aveva inserito la scuola fra le priorità politiche del confronto con il Governo.
Senza considerare che anche la richiesta di ulteriori stanziamenti per il contratto appare del tutto irrituale, dal momento che i sindacati del pubblico impiego stanno concludendo la trattativa con le risorse attualmente disponibili anche perché è risaputo che eventuali fondi disponibili nella legge di bilancio 2022 potrebbero essere utilizzati soltanto per il contratto del triennio 2022/24.