Home Archivio storico 1998-2013 Generico Socializzare su internet: negli Usa preoccupati 8 genitori su 10

Socializzare su internet: negli Usa preoccupati 8 genitori su 10

CONDIVIDI
La facile socializzazione via internet comincia a presentare i suoi lati negativi: l’81 per cento degli adulti statunitensi è preoccupato per il comportamento dei figli che “navigando” rivelano tutto di sé alla disperata ricerca di conoscenti e persone amiche. Lo sostiene un gruppo di scienziati della Toronto University, che ha svolto una ricerca sugli effetti delle nuove tecnologie tra le mura domestiche, condotta su diverse migliaia di persone che hanno accettato di collaborare per oltre un anno: gli studi, commissionati e rielaborati da Pew Internet e dall’American Life Project, hanno permesso di giungere alla conclusione che studenti e ragazzi hanno “sempre meno amici nella strada e sempre più conoscenti a centinaia di chilometri di distanza”. Una tendenza del tutto derivante dall’uso disinvolto delle nuove tecnologie informatiche e telematiche, di cui gli stessi studiosi della Toronto University sembrano essere un po’ preoccupati. “Questo tipo di comunicazioni invece di essere basate su un’interazione da casa a casa si sviluppano ormai sul piano individuo-individuo”, riconosce Barry Wellman, uno degli autori del rapporto,. “Questa situazione – continua lo scienziato – crea comunità basate su fattori diversi dal passato: piuttosto che affidarsi ad una singola comunità per trovare sostegno sociale, gli individui spesso devono attivamente andare alla ricerca di una varietà di persone adatte ai loro bisogni e di risorse che si adattino alle diverse situazioni. Sarà pure da network, ma sempre di individualismo si tratta. I rischi li conoscono già anche gli stessi intervistati”.
I ricercatori si sono chiesti allora perché il bisogno di instaurare contatti personali induce a correre rischi poco calcolati. A ben vedere gli effetti positivi derivanti dall’interazione on line sarebbero molto più grandi degli aspetti negativi: un giudizio entusiasta che non cambia nemmeno quando ad utilizzare il computer sono i ragazzi in età scolare con modalità tutt’altro che in accordo con i genitori. Il 65 per cento dei ragazzi statunitensi intervistati ha infatti candidamente ammesso “sì, è vero, quando navigo faccio cose che i miei genitori non approverebbero”. E tra i “contatti” sotto accusa non vi sarebbero solo siti proibiti, ma luoghi più o meno virtuali per instaurare nuove amicizie. In particolare, riferiscono i ricercatori, i ragazzi statunitensi navigano “per ricevere un aiuto nel momento di prendere le decisioni che contano, di fronte alle grandi sfide della vita”.
“La gente – spiegano i realizzatori dello studio – non solo socializza on line, ma fa proprio lo strumento nella ricerca di informazioni e consigli per prendere decisioni e cercare aiuto”. E gli adolescenti sono i veri protagonisti di questa ricerca; tanto che il 62 per cento dei genitori, comprensivi o semplicemente rassegnati, sanno ormai benissimo che i filtri di accesso ai siti proibiti, alle chat o ai forum imbarazzanti “non servono praticamente quasi a nulla”.
Dalle stime fatta dei ricercatori si calcola che sono stati ben 60 milioni gli americani che, lo scorso anno, hanno socializzato via il computer. Jeffrey Boase, un’altro dei ricercatori che ha dato vita agli studi sul campo, tenta di dare una chiave di lettura del fenomeno che presto potrebbe trovare spazio anche nella vecchia Europa: “non è possibile stare tutto il giorno al telefono con gli amici, o andarli a trovare, ma bastano un paio di battute sulla tastiera per restare in contatto. Ormai il computer è il miglior amico dell’uomo, il confidente delle ore tristi, il dispensatore dei buoni consigli. Persino l’amico a cui dare un consiglio, o meglio la mano che si porge al vicino in difficoltà”.