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Strage di Capaci, il grido più forte è degli studenti

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Trascorrono gli anni, ma il ricordo e la rabbia per l’attentato mortale della mafia a il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani rimane sempre vivo. Anzi, il 23 maggio, in occasione del 18esimo anniversario di una delle pagine più buie della recente storia del nostro Paese le manifestazioni e celebrazioni, hanno probabilmente toccato l’apice.
Al porto di Palermo sono giunte due ‘navi della legalità’, ribattezzate ‘Giovanni e Paolo’, con a bordo 2.500 studenti che, accompagnati dai loro docenti, subito dopo lo sbarco si sono spostati nell’aula bunker del carcere Ucciardone: è il luogo divenuto il luogo simbolo della lotta a Cosa nostra dopo che nel 1987, a conclusione del primo maxi-processo, istruito da Falcone e Borsellino, furono condannati per la prima volta nella storia i vertici della mafia. Alla commemorazione della strage c’era tre ministri, tra cui quello dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che nell’occasione ha esaltato la figura dei due magistrati e siglato un protocollo d’intesa con la Provincia di Palermo, attraverso cui è stato assegnato alle istituzioni cittadine un bene confiscato alla mafia che presto diventerà un Campus studentesco.
L’evento era stato preceduto dal messaggio del Capo dello Stato, inviato a Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso e presidente della Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’: “meritano il massimo sostegno – ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – le indagini tuttora in corso su aspetti ancora oscuri del contesto in cui si svolsero i fatti devastanti di quel drammatico periodo. Esse potranno consentire di sgombrare il campo da ogni ambiguità sulle circostanze e le responsabilità di quegli eventi, rispondendo all’ansia di verità che accomuna chi ha sofferto atroci perdite e l’intero paese“.
I riflettori dei media si sono ancora più spostati sull’evento quando il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, ha rivolto un pubblico appello affinché sia preservata “l’indipendenza della magistratura“. Di lì a poco la replica del Guardasilli, Angelino Alfano, che ha sottolineato nel suo intervento come l’indipendenza dei giudici non sia mai stata messa in discussione e che il rapporto col Governo “deve essere sempre inteso come un gioco di squadra“. Il bunker si ulteriormente arricchito quando è stato letto il messaggio di solidarietà, giunto da oltreoceano, firmato da Kerry Kennedy, figlia del senatore Bob, che ha voluto ricordare il grande coraggio di Falcone e Borsellino nella lotta alla mafia, e come “il loro sacrificio, ancora oggi rappresenti uno straordinario esempio per ciascuno di noi“.
Gli interventi sono stati particolarmente apprezzati da studenti, professori e cittadini presenti nell’aula speciale, i veri protagonisti della commemorazione che non hanno sottolineato la loro presenza attraverso striscioni, maglie, cori e cortei. Significativo il commento di Stefano Vitale, coordinatore dell’Unione degli Studenti’: “le migliaia di studenti presenti oggi a Palermo rappresentano una bella dimostrazione di quanto le scuole e i giovani fanno contro le mafie combattendo ogni giorno l’indifferenza e l’omertà“. Per il rappresentante studentesco la commemorazione dl 2010 “deve rappresentare un’ulteriore stimolo per tutti noi e per le istituzioni ad andare avanti, a non arrendersi nella lotta alle mafie. E’ necessario che si moltiplichino gli sforzi anche sul piano educativo, attraverso progetti didattici e formativi che partano dalle istituzioni, dalle scuole e vedano il coinvolgimento dei giovani, del territorio, del mondo del volontariato e dell’associazionismo per creare – ha concluso Vitale – un fronte culturale comune“.
Le celebrazioni sono proseguite per l’intera giornata: in tutta la città sono stati allestiti cinque ‘villaggi della legalità’, con l’intento di far conoscere più da vicino l’attività di associazioni antiracket come “Libera” e “Addiopizzo”. Poi, nel pomeriggio, due cortei, con molti studenti, si sono snodati per le strade di Palermo per incontrarsi sotto l`’Albero Falcone’, all’ora in cui si consumò la strage di Capaci: erano le 17.58 del 23 maggio del 1992, quando l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo saltava in aria per mano mafiosa, sventrata dall’esplosione di 500 chili di tritolo…