Home Alunni Studenti: cambio di rotta o si prosegue con la mobilitazione

Studenti: cambio di rotta o si prosegue con la mobilitazione

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Sembra si sia arrivato all’ aut-aut tra studenti e ministro dell’istruzione. Da un lato la richiesta dei giovani che vogliono riformare l’esame di maturità e superare l’alternanza scuola lavoro, mentre si aggiunge pure una risposta  relativa agli scontri avvenuti con la polizia.

Se infatti a Torino gli studenti sfilano con uno striscione contro la ministra dell’Interno: “Nessun infiltrato, studenti uniti. Lamorgese dimissioni”, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, risponde: “Tutti abbiamo commesso un errore in questi ultimi anni in cui è cresciuta molta rabbia. Il luogo dell’ascolto deve essere la scuola. Sui disordini dico che non bisogna mai arrivare a quel punto”.

Ma gli studenti ribadiscono la loro linea anche contro l’alternanza: “Non possiamo più accettare che non si ripensi il rapporto scuola – lavoro: l’Alternanza è il simbolo del ruolo passivo della scuola nei confronti del mercato”, mentre i giovani ribadiscono che dopo gli anni passati in pandemia, non è accettabile la linea ministeriale sull’esame di maturità: “Immaginate di fare una seconda prova che si basa su quattro materie sulle quali non hai avuto una preparazione sufficiente”, dice un giovane liceale.

A Roma gli studenti, riuniti in presidio davanti al Miur, si sono bendati, imbavagliati, con le mani legate, a simboleggiare il disagio che hanno vissuto a scuola, seduti a terra, sotto lo striscione, ormai noto, “gli immaturi siete voi”.

Ricevuti dal ministro Bianchi, come è però noto, non hanno ottenuto il passo indietro sugli esami, ma solo l’assicurazione che il curriculo avrà la stessa importanza del voto di esame, fatto però che non li ha convinti, tanto che la mobilitazione proseguirà: “Dal 18 al 20 febbraio saremo a Roma” per dare il via “agli Stati Generali della scuola pubblica”. 

Un braccio di ferro e manifestazioni nelle quali appare evidente che i ragazzi non hanno nulla da perdere, tranne giorni di scuola che non sembrano avere peso complessivo per il loro curriculum didattico. Oramai si è capito che la via delle manifestazioni è quella che comunque un risultato lo ottiene, a prescindere, mentre si evince pure che il ministero e il suo apparato si allontanano sempre di più dalla società reale. Ma viene pure a galla la consapevolezza che blandire questi movimenti da parte di partiti politici o di sindacati ha tutto il sapore di ottenerne i  consensi, sempre a prescindere.