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Supplenze: il Tar del Lazio ammette anche gli insegnanti over 65

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Gli insegnanti non di ruolo che hanno compiuto 65 anni potranno accettare le nomine di supplenza a tempo determinato. A stabilirlo è stato l’11 luglio il Tar del Lazio attraverso l’emanazione dell’ordinanza 3931/35: il provvedimento accoglie l’istanza cautelare proposta nel ricorso dall’Associazione nazionale Cip, Comitati Insegnanti Precari, contro il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ed il Centro Servizi Amministrativi di Roma. Il Tar laziale con l’ordinanza ha quindi disposto la sospensione degli effetti del Dpr del 31.3.2005 , ovvero quella parte che prevede quale requisito di ammissione alla procedura concorsuale proprio il limite di 65 anni per gli insegnanti non di ruolo.
“Questo provvedimento – sostiene Gianfranco Pignatelli, presidente nazionale dei Comitati Insegnanti Precari – rende giustizia a quanti hanno lavorato e vogliono continuare a farlo per la scuola pubblica. Si scongiura così il rischio, per molti, di essere espulsi prima ancora di essere assunti”. Secondo la tesi dei Cip, accolta dai giudice del Tar, risulta “contraddittorio da parte del Ministero discriminare i precari, bollandoli come troppo vecchi per insegnare, quando i loro colleghi già in ruolo vengono incentivati, dallo stesso governo, a restare in servizio fino al compimento del settantesimo anno. Eppure, chi ha lavorato alcune volte sì e molte altre no dovrebbe essere più fresco di un collega spremuto da quarant’anni di servizio ed anche più. E che dire della facoltà riconosciuta dallo Stato agli under settanta di partecipare ai concorsi nel pubblico impiego?
Nel Lazio è presumibile che provvedimento del Tar possa trovare accoglienza già per l’assegnazione delle cattedre del prossimo anno scolastico, sia tramite graduatorie permanenti che d’istituto. “Questi colleghi non sono nati ‘vecchi’ – ha detto Pignatelli – sono invecchiati nella scuola e per la scuola. Sono, come tutti noi, laureati e pluriabilitati hanno trascorso il loro tempo precarizzati dal continuo e contraddittorio succedersi di revisioni normative che ha, più e più volte, provocato ribaltoni, scavalcamenti e sovvertimenti delle posizioni in graduatoria”.