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Tecnici e professionali ridotti a 4 anni, solo il 6% avrebbe aderito: per la Flc-Cgil (che ha fornito il dato) il flop è servito

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Altro che “riscontro eccezionale”, come sostiene il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: la sperimentazione dei nuovi istituti tecnico professionali, con il percorso “compressato” su 4 anni (+ due di Its) anziché gli attuali 5, non avrebbe raggiunto nemmeno il 6% di adesioni, per l’esattezza il 5,7 %. La fonte è il sindacato Flc-Cgil, che è andato a verificare quanti istituti abbiano effettivamente detto sì  in alcune regioni (Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli, Toscana, Umbria, Sicilia e Sardegna): ebbene, su 981 istituti appena 56 avrebbero aderito. In attesa sempre dei numeri ufficiali – considerando che le scuole hanno espresso il loro consenso fino allo scorso 12 gennaio – , se il dato del 6% scarso di sì all’istituto quadriennale dovesse essere confermato, è chiaro che si tratterebbe, indubbiamente, di un risultato deludente. Ancora di più perché dai primi dati pervenuti, La Tecnica della Scuola aveva calcolato almeno il 10% di adesioni.

Il Movimento 5 stelle e Avs parlano già espressamente di “flop annunciato”. Invece, i presidi hanno da tempo sposato la linea di Valditara: secondo Anp la riforma dei tecnici professionali, infetti, “viene incontro alle richieste delle famiglie e alle necessità delle imprese”.

La stragrande maggioranza delle scuole, però, non se la sono sentita di dire sì al progetto caldeggiato dal ministero dell’Istruzione e del Merito.

Gli insegnanti, ma anche molti dirigenti scolastici, hanno preferito attendere almeno un anno: nel 2025 il quadro della situazione sarà certamente più chiaro di oggi.

“A Bergamo hanno aderito cinque istituti alla riforma del tecnico professionale – ha detto all’Ansa Veronica Migani, preside dell’istituto Cesare Pesentinoi non abbiamo detto sì perchè non era chiaro il progetto e abbiamo preferito essere prudenti. Inoltre siamo già partiti con una sperimentazione di 4 anni che sta andando bene”.

A ben vedere, infatti, se oltre il 90% delle scuole potenzialmente interessate ha detto ‘no’ alla sperimentazione, diventa ancora più incerta la possibilità di adesione da parte delle famiglie e degli studenti: per metà febbraio (le iscrizioni si chiudono il 10 febbraio) ne dovremo sapere molto di più.