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Telecamere e cani antidroga a scuola, Salvini drastico: chi è contrario è perché si droga o perché si fa

Chi è contrario alle telecamere nelle scuole “è perché si droga o perché si fa”: è drastico il giudizio del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, sull’intenzione di diversi esponenti del Governo, ma anche dell’opposizione, tra cui lo stesso leader leghista, di installare i sistemi di videosorveglianza presso gli istituti scolastici per prevenire e contrastare l’ascesa di atti violenti contro alunni e docenti.

“Chi non ha nulla da temere non ha problemi”

Salvini lo ha detto Cagliari, riferisce la stampa locale, dove si è recato il 16 gennaio in vista delle elezioni regioni programmate per il prossimo 24 febbraio.

 

Il vicepremier si è quindi soffermato sulla “stretta” dei controlli: “Si va a scuola non per farsi o per spacciare. Chi non ha nulla da temere non ha problemi di vedere una divisa, cani antidroga o videocamere fuori dalle scuole medie o dai licei”. E, se uno è contrario, “è perché si droga o perché si fa”.

Telecamere anche nelle classi

Già nelle passate, Salvini si era espresso con parole analoghe: l’idea di fondo è quella di introdurre le telecamere anche nelle classi, almeno in quelle degli alunni più piccoli.

“Il mio obiettivo – aveva detto il leghista ad inizio 2019 – è portare a casa la legge per mettere le telecamere negli asili, nei nidi, nelle case di riposo e negli istituti per disabili”: perché “bisogna tutelare il lavoro eroico, onesto e pulito di milioni di maestre, maestri, educatori, infermieri, operatori sociosanitari”.

Il piano “Scuole sicure”

Il piano del Governo punta all’incremento dei controlli delle Forze dell’ordine, confortato dai risultati del progetto “Scuole sicure” voluto dal Governo.

“Abbiamo recuperato cinque chili di droga, che sennò sarebbero entrati nelle aule, grazie al lavoro della polizia locale. Il ministero dell’istruzione ha messo 3 miliardi di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli istituti, una scuola funziona se è sicura l’aula magna e se le lavagne fanno le lavagne”.

Alessandro Giuliani

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