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Tragedia San Giuliano di Puglia, nuovo istituto intitolato alla maestra che perse la vita nel crollo della scuola nel 2002

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Una nuova scuola sarà intitolata a Carmela Ciniglio, la docente che ha perso la vita, insieme a 27 alunni, nel noto crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia (Campobasso) il 31 ottobre del 2002 a causa di un terremoto, una tragedia che è rimasta da allora intatta nella memoria collettiva.

Si tratta, come riportano Ansa e RaiNews, della primaria e secondaria di primo grado di Colletorto, paese della provincia di Campobasso. L’edificio scolastico che dopo il sisma del 31 ottobre del 2022, rimase lesionato, fu demolito e ricostruito usando i principali sistemi di sicurezza.

Non è la prima scuola intitolata alla docente

Già nel 2006 è stata intitolata una scuola in suo onore a Loseto, quartiere della periferia di Bari. Stavolta però il gesto ha una valenza affettiva maggiore: la Ciniglio era infatti originaria di Colletorto. La cerimonia di inaugurazione dello stabile didattico si è svolta oggi, martedì 6 giugno, alle ore 10. Nel corso dell’evento è stata sottolineata l’importanza della sicurezza nelle scuole.

All’ingresso della scuola è stata posta una targa commemorativa in onore della docente e una statua che la ritrae insieme ai suoi alunni.

Cinque condanne per il crollo

Per il crollo della scuola furono condannate cinque persone accusate di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro colposo: l’ex sindaco di San Giuliano di Puglia, che nella tragedia perse una figlia, a due anni e 11 mesi di reclusione; il progettista della sopraelevazione della scuola, il direttore dell’Ufficio tecnico del Comune e due imprenditori edili, tutti a cinque anni di reclusione.

Sempre l’Ansa ricorda che “suscitò scalpore la sentenza di primo grado, il 13 luglio 2007, quando gli imputati vennero assolti; nel 2020 a scatenare la rabbia del Comitato vittime della scuola fu invece il ritorno al lavoro del geometra” condannato, “tornato a dirigere l’ufficio tecnico del Comune dopo una sentenza della Cassazione che aveva giudicato illegittimo il suo licenziamento per vizio di forma”.