Nata nel 1987, l’Associazione Nazionale Presidi è stata la prima organizzazione a teorizzare che i capi di istituto non possono stare nello stesso sindacato di insegnanti, bidelli e impiegati amministrativi.
Ma l’acquisizione da parte delle scuole della piena autonomia organizzativa insieme con l’attribuzione della qualifica dirigenziale a presidi e direttori didattici ha aperto qualche contraddizione anche all’interno dei sindacati confederali che – a quanto pare – hanno tutte le buone intenzioni di porre rimedio alla situazione.
E così UilScuola, nel corso dell’ultimo Congresso nazionale svoltosi a Sanremo poco meno di un mese fa, ha votato a maggioranza una modifica statutaria che prevede la nascita, di un "sindacato" dei dirigenti scolastici con propri organismi e titolarità delle politiche contrattuali. La nuova struttura avrà anche un proprio comitato centrale, costituito dai coordinatori regionali dei Dirigenti Scolastici, che potrebbe essere convocato già nelle prossime settimane. Ed anche la CgilScuola (tradizionalmente più "monolitica" e meno propensa di altre organizzazione a dare spazio alle singole categorie professionali) si è mossa in questa direzione: poco più di 15 giorni fa, il Congresso nazionale di Salsomaggiore ha modificato lo statuto autorizzando la creazione di specifici e autonomi organismi sindacali che avranno la possibilità di "elaborare le politiche vertenziali e di pronunciarsi sulle Piattaforme e sugli Accordi in riferimento ai livelli della contrattazione di area"; e in occasione dei contratti i dirigenti scolastici non correranno più il rischio di essere rappresentati da altre figure professionali in quanto potranno designare direttamente le proprie delegazioni trattanti.
Una operazione analoga era stata realizzata qualche mese fa anche dalla stessa CislScuola.
In effetti la vertenza contrattuale dei dirigenti scolastici ha messo in evidenza – soprattutto nelle sue fasi più delicate – che le legittime aspirazioni dei dirigenti scolastici sono spesso in contraddizione o persino in contrasto con le altrettanto legittime aspettative del restante personale della scuola.
Non è un caso che proprio in questi mesi il panorama sindacale si sia arricchito di un nuovo soggetto, lo SNADIS (Sindacato nazionale dei dirigenti scolastici), che mal sopporta la scelta dei confederali di far rimanere i dirigenti scolastici nel comparto scuola e al tempo stesso dichiara di richiamarsi a "valori di solidarietà, di inclusione, di cooperazione, garantiti pienamente solo dalla scuola pubblica" ma che "appaiono oggi lontane sia dalle politiche governative sia dalle derive aziendalistiche dell’ANP".
Insomma, con il contratto dei capi di istituto, è stato tolto il coperchio alla pentola e c’è da credere che nei prossimi mesi le novità non mancheranno.
In una recente indagine della Tecnica della Scuola, la rivista specializzata ha domandato ai propri…
La Festa dei lavoratori del 1° maggio fu istituita il 20 luglio 1889 a Parigi nel corso della…
Entro un mese gli istituti scolastici dovranno esprimere osservazioni e suggerimenti sull'affidamento dei contatti di…
“Le gravissime affermazioni del Generale Vannacci sul trattamento da riservarsi a persone con disabilità non…
C'è una soddisfazione bipartisan per la candidatura fatta da Forza Italia per le prossime elezioni…
Molte volte il ministro Valditara ha dichiarato di voler ridare dignità ai lavoratori della scuola.…