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Vincoli mobilità 2024, novità in arrivo dal contratto? Difficile ma non impossibile: la parola ai sindacati – Rivedi la Diretta

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Con il nuovo anno si torna a parlare della mobilità del personale scolastico, in particolare degli immessi in ruolo nell’ultimo triennio. Il nodo della questione rimane il blocco quinquennale dei neo-assunti legiferato nel 2019, vincolo poi ridotto a tre anni nel 2021, che continua a stoppare la libera circolazione dei docenti da una sede all’altra perché secondo chi amministra la scuola garantirebbe (non si comprende a che livello) la continuità didattica.

Purtroppo per loro, ogni tentativo per via legislativa è andato a vuoto. Anche gli emendamenti proposti per la Legge di Bilancio 2024 sono tutti stati bocciati. Col risultato che dopo le deroghe quasi insperate degli ultimi anni, stavolta l’amministrazione non transige: ha anticipati ai sindacati che le eccezioni alla norma per vie contrattuali non sono più praticabili. Le uniche eccezioni, approvate anche nell’accordo del contratto collettivo nazionale di metà luglio, riguardano solo coloro che sono in possesso dei permessi legati alle Legge 104/92 i genitori di bambini con meno di 12 anni.

Le organizzazioni sindacali hanno già detto che sono pronte a dare battaglia e a fare il massimo per allargare la rosa delle categorie che dal 1° settembre prossimo potrà almeno avere facoltà di chiedere di avvicinarsi a casa: l’amministrazione, dal canto suo, continua a ribadire che la legge non si può aggirare, soprattutto perché non parliamo di casi isolati, ma di decine di migliaia di insegnanti e Ata.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla trattativa sul contratto sulla mobilità che partirà nei prossimi giornisubito dopo la sottoscrizione definitiva del Ccnl 2019/21? Ne abbiamo parlato con Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, e Alessandro Rapezzi, segretario nazionale Flc-Cgil.

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