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Reclutamento, prima assumere i precari e poi indire regolarmente i concorsi: il punto dei sindacati

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Prima di Natale, la Tecnica della Scuola ha realizzato un approfondimento chiedendo ai principali sindacali del mondo della scuola la propria opinione sull’attualità scolastica.

Uno dei temi affrontati nel corso dell’intervista è quello relativo al reclutamento e ai prossimi concorsi, guardano anche alle novità previste in legge di bilancio 2019 in merito alla scuola secondaria, che vedrebbe riformata con concorsi ordinari abilitanti ogni due anni destinati a giovani neolaureati. In questo modo però, ad essere penalizzati sarebbero i precari storici.

Stabilizzare i precari. Poi concorsi regolari

I sindacati della scuola quasi all’unisono, hanno posto l’attenzione sul fatto che prima di tutto bisognerebbe stabilizzare i precari storici.

La Flc Cgil, tramite il segretario Francesco Sinopoli, pensa infatti che alla scuola servono “concorsi regolari indetti ogni due anni, un percorso selettivo e concorsuale meno lungo di quello attuale ma in grado di preparare alla professione (perché non basta sapere per sapere insegnare), un piano pluriennale e di grandi dimensioni di assunzioni su tutti i posti disponibili (sia quelli in organico di diritto sia quelli in organico di fatto)”. 

Ma non solo: la proposta della Flc Cgil è quella di “200mila immissioni in ruolo per debellare instabilità professionale, discontinuità didattica, precarietà”. Stesso discorso vale per il personale Ata, “a pieno titolo componente della comunità educante, come abbiamo sancito nel recente Contratto dell’Istruzione e Ricerca”, conclude Sinopoli.

“Quello di snellire il reclutamento è un obiettivo condivisibile, commenta Pino Turi, segretario della Uil Scuola. “Ovviamente non si possono reclutare i docenti sulla base della sola situazione anagrafica. Bisogna valutare e dare prospettive a tutti, anche a quegli insegnanti che in questi anni hanno permesso il funzionamento delle scuole, con contratti a termine più volte reiterati”.

Turi ricorda che tale procedura di reiterazione dei contratti a termine, “è stata sanzionata dalla giustizia italiana ed europea. “Proprio in questi giorni vi è un confronto serrato con il ministro per definire una fase transitoria che permetterebbe, con un concorso riservato, di mandare in cattedra un gran numero di docenti già a settembre prossimo”.

Anche Gilda e Snals evidenziano l’aspetto della sanzione. Per Rino Di Meglio, coordinatore Gilda degli insegnanti, “prioritariamente devono essere assunti a tempo indeterminato i precari storici, così come prescritto anche dalla Corte di Giustizia Europea. Dopo le stabilizzazioni, bisogna mettere a regime il sistema di reclutamento attraverso i concorsi che devono essere banditi con cadenza regolare”.

Invece Elvira Serafini, dello Snals, ritiene che “prima di introdurre drastiche novità, è necessario un periodo di transizione a tutela del vasto precariato della scuola ed in ragione di quanto ci chiede l’Europa”.

Lena Gissi della Cisl Scuola, pensa ad una situazione più equa: “Noi abbiamo presentato una nostra proposta sul reclutamento, che tende a trovare il giusto equilibrio tra le opportunità da dare, con i concorsi ordinari, ai giovani neolaureati e il diritto di chi lavora precariamente per anni di vedere stabilizzato il proprio rapporto di lavoro. La logica del ‘doppio canale’, opportunamente rivisitata, a noi sembra molto meglio di tante velleità, tutte fallite negli ultimi anni”, conclude Gissi.