Home Attualità 25 Aprile: l’Ufficio scolastico delle Marche riapre la polemica

25 Aprile: l’Ufficio scolastico delle Marche riapre la polemica

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“Ancora una volta- in occasione di una ricorrenza civile- ci troviamo a dover commentare con sconcerto il messaggio rivolto agli studenti marchigiani del Direttore dell’ufficio scolastico regionale che, come sempre, sminuiscono e contraddicono il senso della storia di questo Paese e su cui il Partito Democratico presenterà un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al Ministero competente”.

Così Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd, esprimendo “sconcerto per messaggio revisionista dell’ Usr Marche” in occasione del 25 Aprile. 
“In quel drammatico conflitto che ha attraversato l’Italia e che, proprio il 25 aprile, ha visto la Liberazione di Milano – prosegue- non si sono fronteggiate ragioni, giuste o sbagliate, quasi ad equipararne la portata. Da una parte c’era chi difendeva il nazifascismo e dall’altra chi lottava per affermare i valori di libertà che sono alla base della Repubblica Italiana e della Costituzione. Quella Costituzione non ci sarebbe stata senza la sconfitta del fascismo e della Repubblica di Salò, di un regime liberticida che aveva eliminato gli oppositori politici, che si era macchiato delle leggi razziali, che aveva condotto il Paese in guerra. Non è fazione o parte, è la storia di questo Paese ed il rispetto che le si deve. Quello che ogni rappresentante delle istituzioni dovrebbe tenere ben presente dentro di sé.” 

Ma cosa ha scritto il direttore dell’Usr Marche nel suo messaggio rivolto agli alunni e già al centro di polemiche lo scorso anno e nel 2020 in occasione di quanto scrisse per il 4 novembre?

“Con il 25 aprile terminava così in Italia la seconda guerra mondiale che causò tra gli Italiani oltre 300mila caduti militari e 150mila civili: a tutti loro, unitamente ai Caduti di tutte le altre nazioni va il nostro commosso e reverente ricordo. Un immane conflitto che in particolare ha visto gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno, ma di cui tutti si sentivano carichi, dando luogo ad uno scontro marcato dal ferro e dal sangue, che ha diviso, frantumato il nostro popolo. Ma dopo la grande catastrofe, il “25 aprile” darà vita alla nuova Costituzione con progetti ideali, lucidi, ispirati ad un alto senso di giustizia, con il superamento delle antitesi disperate, delle demonizzazioni reciproche, ammettendo per tutti la propria storia, senza con ciò confondere il bene col male, ma riconoscendo il supremo valore della pace nel suo significato proprio, cioè dell’unione che salda armonicamente un popolo con la Pasqua, ossia “passando oltre” senza perdere memoria e ragioni del proprio passato. Con il “25 aprile” nasce la missione forte, ora affidata a voi nuove generazioni: non la fazione, non la setta, non i rancori, non gli odi dietro i quali i popoli si sfaldano, ma costruire la Comunità, per l’Italia di questo nuovo millennio. E quindi siate sempre uniti, pur nelle diverse idee, siate amicizia, strumento di una amicizia per cambiare la società, siate coraggiosi come solo la gioventù sa esserlo, date anima alla nostra Comunità nazionale e passione perché i progetti si realizzano se diventano passione, se diventano fede, se diventano destino”.

Il  segreteria della Cgil Marche ha commentato: “Ci riprova con i suoi rigurgiti revisionisti. Deve essere stato proprio affezionato a ciò che ha scritto un anno fa visto che anche quest’anno ripropone tali e quali gli stessi antistorici messaggi nella lettera inviata oggi alle studentesse e agli studenti marchigiani in occasione del 25 Aprile, Giornata della Liberazione.A noi non resta quindi che ribadire ancora una volta quanto sia banale e stucchevole nella sua foga nostalgica e revisionista, visto che ormai a ogni anniversario sembra non voler perdere occasione per propugnare la sua retorica antistorica, continuando a mistificare la storia e tradendo proprio lo spirito della Costituzione. A tale proposito, vogliamo ricordare di nuovo al Direttore che quella repubblicana non è la “nuova” Costituzione ma “la” Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’antifascismo”. 

La Cgil ricorda  che il fascismo fu un  regime “che calpestò le coscienze e le istituzioni e che lasciò una ferita profonda. Un ventennio in cui il fascismo cancellò diritti e libertà, dalle libertà di espressione politica, sindacale, di stampa, di associazione; con la repressione violenta degli oppositori politici; con le vergognose leggi razziali, con le deportazioni; con la guerra. Questo però sembra non volerlo ammettere e parlando di “rispettive ragioni, giuste o sbagliate, rispettivi sogni, condivisibili o meno…” continua imperterrito a mettere sullo stesso piano chi lottava per la libertà e chi invece quella libertà l’aveva per decenni negata ad altri. L’anno scorso abbiamo invitato il direttore Filisetti a consigliare agli studenti marchigiani di studiare uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, Italo Calvino e in particolare il suo primo romanzo, “Il Sentiero dei nidi di ragno”, quest’anno gli suggeriamo la biografia di Sandro Pertini che affermo chiaramente che “il fascismo non è un’opinione: è un crimine”.